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Cardiochirurgia, l’innovazione italiana vince

A Padova l’innovazione tecnologica, con il ricorso al 3D imaging, e organizzativa, associate all’esperienza in cardiochirurgia ha permesso di raggiungere con successo un nuovo traguardo

Stiamo parlando della rimozione di una massa nella parte sinistra del cuore di una donna.

L’intervento è riuscito e la paziente di 70 anni ha avuto un rapido recupero.

Di norma si sarebbe dovuti intervenire con un’operazione a cuore aperto per salvarle la vita, ma l’equipe di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova diretta dal professor Gino Gerosa ha optato per un intervento d’avanguardia, che contribuirà alla diffusione della conoscenza cardiochirurgica.

il professor Gino Gerosa

L’operazione è stata eseguita su una donna con una massa di 3 cm. al cuore, scoperta con  un ecocardiogramma che le aveva diagnosticato la presenza di un’anomalia intraventricolare sinistra.

La signora già sottoposta recentemente a intervento a cuore aperto, sarebbe stata ad alto rischio con un nuovo intervento cardochirurgico tradizionale.

La strada dell’innovazione

Il team cardiochirurgico diretto dal professor Gerosa del Centro Gallucci di Padova ha scelto una soluzione innovativa, mai attuata prima.

L’intervento è stato pianificato nei minimi dettagli ed è stata valutata la tecnica più idonea e micro-invasiva per l’asportazione della massa evitando l’intervento tradizionale a cuore aperto. Informata, la paziente ha acconsentito.

Il Ministero della Salute ha autorizzato la Cardiochirurgia di Padova a procedere con la nuova tecnica di intervento.

A dirigere ed eseguire l’operazione è stato Gino Gerosa direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova coadiuvato da un team multidisciplinare composto dai cardiochirurghi Vincenzo Tarzia, Augusto D’Onofrio, Lorenzo Bagozzi; l’anestesista ed esperto di ecocardiografia transesofagea tridimensionale Demetrio Pittarello; il perfusionista Fabio Zanella e il personale infermieristico al completo.

La procedura è stata eseguita a cuore battente, senza l’ausilio del bypass cardiopolmonare totale, senza aprire il cuore con il minor numero di incisioni possibili.

La tecnica seguita e le immagini in 3D

Si è intervenuti partendo da una minitoracotomia sinistra di soli 4 cm. e, vista la grande esperienza di questo Centro con interventi con piccole incisioni dalla punta del cuore, inferiori ad 1 cm., si è riusciti ad inserire il catetere attraverso l’apice del cuore al cui interno è stata fatta passare una cannula di aspirazione collegata ad una pompa centrifuga e ad un filtro che ha permesso come un’aspirapolvere l’aspirazione ad alto flusso del materiale estraneo, inviato poi agli anatomo-patologi. Il sangue aspirato dalla punta del cuore durante l’intervento chirurgico è stato filtrato e re-immesso nel circolo arterioso attraverso un’altra cannula posta all’altezza dell’arteria femorale mentre l’Ecmo garantiva la stabilizzazione della paziente.

Le immagini dell’interno del cuore durante l’operazione, arrivavano direttamente ai chirurghi dall’ecocardiografia transesofagea in formato tridimensionale e permettevano la visione completa, ingrandita e magnificata del cuore, durante tutto l’intervento.

L’intervento chirurgico è durato circa tre ore e il dispositivo utilizzato in questo caso specifico è un by-pass extracorporeo artero-arterioso, il sistema AngioVAC, indicato fino ad oggi solo per l’asportazione di masse intracardiache di destra e nel trombo-embolismo venoso sistemico e polmonare.

Per la prima volta al mondo, ora, questo sistema è stato utilizzato anche per l’asportazione di masse ventricolari sinistre, sempre a cuore battente per via transapicale.

 

 

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