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Come l’intelligenza artificiale si sta radicando nella sanità

Secondo le stime di GlobalData Healthcare, il numero di aziende che utilizzano l’intelligenza artificiale nella sanità è aumentato notevolmente nel giro di cinque anni, tenendo presente che nel 2012 lo strumento era in mano a pochi pionieri nel mondo.

La crescita dovrebbe accelerare ulteriormente, con il mercato sanitario dell’intelligenza artificiale che dovrebbe raggiungere i 6,6 miliardi di dollari entro il 2021, una crescita del 40% rispetto alle dimensioni attuali, come cita una recente ricerca di Accenture.

I tre utilizzi più economici dell’Intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria, spiega l’indagine di Accenture, sono la chirurgia assistita da robot, gli assistenti infermieristici virtuali e l’assistenza nel flusso di lavoro amministrativo.

Un paio di esempi sono rappresentati da Babylon, un’applicazione di intelligenza artificiale che utilizza il riconoscimento vocale per controllare i sintomi e collegare i pazienti con i medici, mentre MedyMatch aiuta i medici a prendere decisioni migliori quando ci si trova sotto pressione.

L’intelligenza artificiale di Deep Mind

DeepMind, di proprietà di Google, con sede a Londra, ha inoltre lavorato su un’applicazione diagnostica, denominata Streams, in collaborazione con il National Health Service (Nhs) del Regno Unito.

L’Nhs è stato tuttavia criticato per aver condiviso i dati dei clienti con Google. DeepMind sta ora cercando di utilizzare l’Intelligenza artificiale in altri settori dell’ assistenza sanitaria nel Regno Unito, utilizzando algoritmi di machine learning per analizzare ed etichettare le radiografie. Ha collaborato con il Moorfields Eye Hospital nel 2016 per accelerare il processo di diagnosi.

L’obiettivo è di realizzare l’algoritmo per rilevare i segni delle tre principali malattie ottiche, glaucoma, retinopatia diabetica e degenerazione maculare legata all’età e la scorsa settimana ha rivelato che si aspetta di essere più veloce degli specialisti umani.

La ricerca con DeepMind ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui i professionisti eseguono i test oculari e potrebbe portare a una più precoce individuazione e trattamento di malattie dell’occhio comuni come la degenerazione maculare legata all’ età. DeepMind ha anche formulato partnership con altre organizzazioni Nhs sull’uso degli algoritmi di machine learning.

A metà del 2016, ha iniziato a collaborare con l’University College London Hospital foundation trust (Uclh) per analizzare le radiografie Ct e Mri per i pazienti affetti da tumore alla testa e al collo, con l’intenzione di ridurre il tempo necessario per analizzare le scansioni da quattro ore a un’ora nei prossimi quattro anni.

DeepMind ha inoltre avviato una partnership con il Cancer Research UK imperial centre nel novembre 2017 per migliorare la diagnosi e il trattamento del cancro al seno e ridurre il numero di casi mancanti e falsi allarmi.

L’intelligenza artificiale dovrebbe essere utilizzata anche nello sviluppo di farmaci. Si spera infatti che possa identificare quali sono i più probabili per superare i criteri legali e contribuire a individuare percorsi che potrebbero portare a nuovi trattamenti.

Intelligenza artificiale per i farmaci

Il Milner Therapeutics Institute della Cambridge University ha recentemente collaborato con LifeArc, ente di beneficenza per la ricerca medica con sede nel Regno Unito, per applicare l’apprendimento automatico alla scoperta di farmaci per immuno-oncologia e malattie respiratorie.

Altre applicazioni riguardano attività come quella dei ricercatori dell’Università di Newcastle che hanno sviluppato un arto bionico che viene fornito con una fotocamera alimentata da Intelligenza artificiale.

Questa fotocamera aiuta l’arto protesico ad afferrare gli oggetti istintivamente come farebbe la mano reale. L’ apprendimento profondo da parte dei prototipi ha permesso loro di identificare 500 oggetti che i portatori possono raggiungere automaticamente.

Utilizzando la visione computerizzata è stato sviluppata una mano bionica in grado di rispondere automaticamente proprio come una mano reale. L’utente può raggiungere e raccogliere una tazza o un biscotto con solo uno sguardo nella giusta direzione.

Per molti amputati il punto di riferimento è il braccio o la gamba sani, per cui le protesi sembrano lente e ingombranti in confronto. Ora, per la prima volta in un secolo è stato sviluppata una mano “intuitiva” che può reagire senza pensare.

 

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