Quattro tecnologie al servizio della sanità 4.0

L’introduzione di tecnologie quali stampa 3D, robotica, realtà aumentata e intelligenza artificiale porterebbe significativi vantaggi sia ai pazienti, sia ai professionisti della sanità. Lo dicono i risultati di uno studio Epson condotto da FTI Consulting e finalizzato a testare l’accettazione della tecnologia da parte di 17 esperti di settore provenienti da tutto il mondo e di oltre 7mila dipendenti full-time europei, di cui 1.200 impiegati nel settore sanitario.

Dall’analisi delle risposte fornite da quest’ultimi, emerge un quadro chiaro, secondo cui l’urgenza di accelerare l'adozione della tecnologia nel settore sanitario non è mai stata così pressante.

Malattie croniche sempre più diffuse e una popolazione europea sempre più “anziana” richiedono una trasformazione del settore focalizzata su diagnosi e trattamento per favorire la prevenzione delle malattie, piuttosto che la loro cura.

Grafico ricerca Epson WoT Sanità 300dpi 12,7cmA tale riguardo, il 72 per cento dei professionisti della sanità interpellati nello studio di Epson, concorda sul fatto che la stampa 3D e la stampa organica/biologica potrebbero ridurre i tempi di attesa per gli interventi chirurgici. Un ulteriore 70 per cento è, poi, convinta che in questo modo aumenterebbe anche il successo degli interventi stessi e delle cure.
A sua volta, metà del campione indagato considera rivoluzionaria la realtà aumentata, con il 45 per cento concorde nel ritenere che la sua applicazione cambierebbe il modo in cui si svolge la formazione chirurgica.

Gli intervistati hanno anche riconosciuto l’importanza futura dei robot e della loro interazione con gli esseri umani: secondo il 34 per cento, le cure sanitarie potrebbero essere affidate ad assistenti automatizzati, in modo che il personale medico possa svolgere mansioni più qualificate.

Le sfide da affrontare nella sanità del futuro

Ma se tecnologia porterà significativi miglioramenti nel settore sanitario, anche in termini di assistenza personalizzata e di cure “su misura”, le sfide da affrontare non mancano.
Quasi la metà dei professionisti nel settore sanitario europei ritiene, infatti, che i pazienti dovranno accettare una minore riservatezza dei propri dati personali a favore di una migliore assistenza medica.
Nello specifico, il 67 per cento dei professionisti intervistati ritiene che la tutela della privacy dei dati possa ostacolare l’implementazione delle tecnologie, mentre la gestione delle opportunità offerte da quest’ultime richiede ingenti investimenti, sia in termini di tempi sia in termini di costi, per acquisire gli skill necessari.

A credere che un maggiore accesso ai dati dei pazienti da parte dei professionisti sanitari migliorerebbe l’erogazione delle cure ai pazienti è, poi, il 72 per cento del campione, seguito da un ulteriore 76 per cento di convincimenti in merito al fatto che, la maggiore disponibilità dei dati, favorirebbe anche la condivisione delle conoscenze sul campo grazie all’accesso remoto e alla collaborazione virtuale, possibili mediante la tecnologia.

In cerca di equilibrio fra tecnologia ed esigenze delle persone

Non stupisce allora di come, ben il 47 per cento del campione, concordi sul fatto che una minore riservatezza dei dati possa essere un compromesso accettabile per garantire diagnosi e cure migliori.
Ma tant’è.
Oltre alle problematiche fin qui elencate, lo studio ha evidenziato anche altre importanti questioni da affrontare, come l’etica e la responsabilità.
In particolare, il 65 per cento degli intervistati concorda sul fatto che gli aspetti etici potrebbero in qualche modo rallentare o bloccare l’implementazione della tecnologia, mentre il 70 per cento ritiene che, in caso di complicazioni, l’imputazione della responsabilità potrebbe essere il problema principale.

 

 

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome