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Sanità, le dieci startup italiane da seguire

Ancora non sono in grado di competere a livello internazionale per quanto riguarda la raccolta fondi, quanto però a spirito di iniziativa e creatività, le startup italiane hanno poco da invidiare al resto del mercato.

In un panorama particolarmente dinamico, proponiamo un gruppo in grado di distinguersi per livello di sviluppo del progetto e potenziale.

Biobeats

La conoscenza di se stessi come medicina tra le più efficaci per combattere problemi di stress e migliorare la propria condizione. È questa la scommessa della startup Biobeats condensata in un’app per aiutare a trovare e mettere in pratica adeguate contromisure.

Cinque i cardini della strategia, a partire dalla consapevolezza. Conoscere prima di tutto sé stessi, sfruttando la scienza per ricavare un insieme di dati. Applicando principi di intelligenza artificiale, si può quindi raggiungere uno stato di benessere. Il tutto tendendo sempre l’uomo al centro.

In sintesi, ritrovare il collegamento tra mente e corpo spesso trascurato e considerato invece alla base del benessere personale. Gli ingredienti, combinare il monitoraggio cardiaco con dati sull’attività cerebrale e quelli sul sonno, completati dall’attività fisica.

Il tutto si traduce in BioBase, app e tracker opzionale, per una guida al benessere sotto forma di corso personalizzato da seguire in totale autonomia e libertà.

 

Corehab

Nel settore della riabilitazione, ogni anno in Europa vengono effettuate oltre un milione di nuove protesi per anca e ginocchio, si riscontrano quasi nuovi 700mila casi di Ictus e fino a 250mila interventi di ricostruzione del crociato.

Una tendenza in crescita, dove la startup trentina Corehab ha individuato spazi di sviluppo per Riablo, al servizio della fisioterapia per seguire più pazienti e al tempo stesso fornire loro uno strumento per l’esercizio in clinica e a domicilio in maggiore autonomia.

Il software di Riablo combinato a una serie di sensori indossabili aiuta infatti a svolgere gli esercizi in modo corretto, lavorando anche sulla motivazione. Un metodo brevettato, grazie al quale autocorreggersi durante l’esercizio, imparando a eseguire ogni movimento nel modo adeguato.

L’affidabilità del sistema, anche in versione console da casa, è affidata ai sensori inerziali abbinati a pedana di pressione, grazie ai quali scongiurare il pericolo di imprecisioni.

I risultati di ogni esercizio e relativa valutazione vengono salvati automaticamente e resi disponibili sia come report digitali sia come dati esportabili per analisi successive. All’occorrenza, trasmessi al medico curante.

 

D-Eye

Anche se in realtà scarsamente invasiva, una visita oculare è sempre un fastidio evitabile. Soprattutto, quando si rende necessario utilizzare gocce per dilatare la pupilla o accorgimenti simili.

D-Eye punta ad andare oltre, rendendo al tempo stesso più agevoli le visite oculistiche. La proposta della startup padovana è un piccolo dispositivo accessorio in grado di trasformare un iPhone in un oftalmoscopio digitale.

Un’applicazione installata nel dispositivo mobile permette all’esaminatore di inserire le informazioni del paziente, osservare il segmento posteriore dell’occhio da una distanza non invasiva, nonché registrare e trasmettere fotogrammi e video.

In questo modo diventa anche più facile effettuare screening regolari dell’occhio, ricavando informazioni su eventuali patologie, scattando immagini utili a valutazioni mediche più approfondite. Tra le applicazioni indicate, visita della testa del nervo ottico senza gocce dilatanti, osservazione dei disturbi neurologici associati all’occhio, visite pediatriche, esami su pazienti privi di abilità motoria, classificazione dei pazienti del pronto soccorso, revisione delle immagini pre e post cura con pazienti, genitori e tutori, screening remoto e diagnosi e consulto via telemedicina.

 

Horus Technology

Si può considerare il corrispettivo visivo di un comune apparecchio acustico l’idea sviluppata dalla startup Horus Technology. Un dispositivo indossabile capace di osservare la realtà, comprenderla descriverla alla persona con disabilità visiva. Fornisce informazioni utili nel momento opportuno, sfruttando come canale di comunicazione non l’audio ma la più discreta conduzione ossea, percepibile solo al diretto interessato. È inoltre in grado di leggere testi, riconoscere volti, oggetti e molto altro.

Il sistema è composto da una cuffia indossabile con piccole telecamere e da un modulo tascabile contenente il processore e una batteria di lunga durata. Una volta indossata la cuffia, l’utente interagisce con un sistema di pulsanti di forme diverse, inseriti sia sulla parte indossabile sia su quella tascabile.

Questi, permettono di navigare all’interno di un menu audio e attivare le funzionalità. Tuttavia, in alcune circostanze, Horus è in grado di capire da solo quando determinate informazioni sono importanti, attivandosi automaticamente.

Inoltre, quando si incontra una persona conosciuta, (il cui volto è stato acquisito e memorizzato una prima volta) il dispositivo avverte l’utente. Infine, ruotare un oggetto nel campo visivo delle telecamere permette di registrare aspetto e forma. La percezione 3D, permetterà in seguito di riconoscere lo stesso oggetto da qualsiasi angolazione.

 

Pedius

Una buona idea non deve necessariamente essere un’idea del tutto nuova. Come insegna Pedius, a volte è sufficiente trovare un’inedita combinazione di soluzioni esistenti. L’app in questione permette infatti l’utilizzo di un telefono anche a chi ha problemi di udito.

La soluzione è all’apparenza semplice. Una volta scritto il messaggio sullo smartphone, il software chiama il contatto selezionato e lo leggerà usando una voce artificiale. Fermo restando la possibilità di utilizzare la propria voce una volta avviata la chiamata

A questo punto, interviene la tecnologia di riconoscimento vocale Pedius, grazie alla quale leggere in tempo reale le risposte dell’interlocutore.

L’offerta prevede un canone mensile o annuale per chiamate illimitate, gratuito fino a venti minuti al mese.

 

Win Medical

Dove attualmente in caso sia necessario un monitoraggio continuo di alcuni parametri fisiologici è indispensabile un ricovero, Win Medical interviene con la prospettiva di cambiare completamente le regole.

La startup pisana di recente acquisita dalla lombarda AB Medica ha messo a punto WinPack, una piattaforma costruita intorno a un dispositivo indossabile, utilizzabile sia in ospedale sia a casa.

Il sistema rileva cNIPB (monitoraggio continuo non invasivo della pressione arteriosa), NIBP, ECG 5-Lead e Frequenza Respiratoria, ECG 2-Lead, SpO2 , temperatura corporea e postura.

Il monitoraggio può essere eseguito sia via Bluetooth sia Wi-Fi. Inoltre, con un sistema di alert personalizzabile rispetto alle esigenze del singolo paziente, medici e infermieri possono identificare più velocemente il deterioramento dei parametri fisiologici.

Guardando all’ambito ospedaliero, WinPack ambisce a indurre una riorganizzazione dei reparti a media e bassa intensità di cura, mettendo il personale sanitario in condizione di monitorare i pazienti a distanza. In termini pratici, anche una riduzione dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale.

 

Wellness & Wireless

Quando si segue un’attività fisica in totale autonomia, il pericolo di ricavare più danni di benefici diventa concreto. Tra chi lavora per scongiurare questa prospettiva, Yukendu ha messo a punto una strategia in due fasi.

Da una parte, Run4Wellness, in pratica un coach a distanza con il qual interagire via app. Dopo un test condotto in proprio seguendo alcune indicazioni di base, i dati trasmessi allo specialista permettono di ricevere una tabella mensile personalizzata per aiutare a sostenere l’allenamento più adatto alla condizione del momento.

Perno del sistema è Superop, dispositivo indossabile da polso in grado di valutare la  ricettività organica all’allenamento. In pratica, l’indicazione, dal punto di vista della condizione, su quanto intenso debba essere un allenamento. Un indice calcolato su una scala da 0% a 100%, in base alle rilevazioni quotidiane di battito e pressione prese al risveglio, rileva la recettività del corpo ad assimilare l’allenamento.

 

EryDel

Spin-off dell’università di Urbino, la startup EryDel ha sviluppato un dispositivo per la somministrazione di farmaci a base di globuli rossi. Una tecnologia proprietaria basata sull’incapsulamento di medicanti inseriti all’interno di globuli rossi prelevati dal sangue del paziente e successivamente re-iniettati nel soggetto.

Prodotto di punta è al momento EryDex, utile per il trattamento dell’Atassia Telangiectasia, un raro disturbo recessivo autosomico per il quale non esiste ancora una terapia consolidata.

Più in generale, l’attenzione è rivolta ad allargare il raggio d’azione, sempre restando nell’ambito delle malattie neurodegenerative rare.

Nel 2018, l’azienda ha vinto StartupItalia! Open Summit, l’evento italiano dedicato alle startup e al mondo dell’imprenditoria, dell’innovazione e dello sviluppo.

 

Neuron Guard

In caso di incidente, il tempo di intervento è un fattore cruciale. Addirittura decisivo quando c’è in gioco un potenziale danno al cervello. Oltre alla rapidità  però, anche la temperature può influire sulle conseguenze. In particolare, ridurla fino a 32° aiuta  preservarne l’integrità.

Combinando queste due considerazioni, Neuron Guard ha sviluppato la propria idea, un collare refrigerante dotato di sensore per portare l’organo di un infortunato alla temperatura indicata. Inoltre, collegato a un’unità esterna, permette rilevare i dati clinici del paziente e all’occorrenza trasmetterli per tempo ai soccorritori in arrivo.

Sviluppato in collaborazione con l’ospedale di Cambridge, l’azienda di Castelevetero, nel modenese, punta a fornirlo in dotazione alle ambulanze, oltre alle strutture sanitarie. In maniera non molto diversa da un defibrillatore, può rivelarsi fondamentale anche in luoghi pubblici molto frequentati.

Comftech

Nato per assistere i neonati nel reparto di cure intensive all’ospedale di Lecco, il progetto della startup Comftech si è presto confermato valido al punto da estenderne la portata. Il vero e proprio tessuto smart integra infatti sensori all’interno di un capo di abbigliamento, nel caso specifico una tuta da neonato o una maglietta, senza interferire sulla vestibilità.

Un sistema di monitoraggio non invasivo, concepito per monitorare via app i parametri dei nascituri senza disturbarli e garantendo al tempo stesso presenza costante e maggiore tranquillità per personale sanitario e genitori.

Nel giro di poco tempo, una soluzione apprezzata anche nella pratica sportiva, sia in materia di prevenzione o analisi medica in condizioni reali sia più semplicemente per analizare e migliorare le proprie prestazioni.

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