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Smart Health, la cyberterapia del Monaldi e dell’Auxologico

Lentamente ma qualcosa si muove. Secondo Simona Lissemore, project manager di NetConsulting cube la componente più innovativa della Sanità italiana, Smart Health, anche se piccola è in forte crescita. Fascicolo sanitario elettronico, cartella clinica elettronica, piattaforme di telemedicina, wearable con i dispositivi medicali indossabili, mHealth, social health, robotica, gaming e realtà aumentata per la riabilitazione nel 2015 valevano il 12% del mercato totale della Sanità, ma con un aumento del 7,3% nel 2015 e una previsione del +9% nel 2016. Questo in un panorama che vede i dati relativi alla spesa per il digitale nella Sanità crescere dello 0,7% nel 2015 e con una previsione per il 2016 del +1,1%. “Ad ancorare la crescita del mercato digitale nella Sanità – commenta Lissemore – sono le componenti più tradizionali: le manutenzioni e customizzazioni dei parchi applicativi ospedalieri richiedono elevate attività in time & material spesso caratterizzate da forti revisioni tariffarie annuali, mentre ad esempio l’adozione del cloud computing risulta ancora molto bassa”.

Il simulatore del Monaldi

Qualche esempio di utilizzo di realtà aumenta o virtuale però si inizia a vedere. E’ il caso del Monaldi di Napoli dove viene utilizzata una nuova tecnica che si configura come un modello di realtà aumentata su elaborazione di immagini Tac e Rmn. La soluzione permette di sovrapporre  immagini computerizzate al campo operatorio ottimizzando i risultati e consentendo un addestramento preventivo sul simulatore. Fino a oggi, grazie a questo metodo, Franco Corcione, primario di Chirurgia generale e presidente della Sic (Società italiana di Chirurgia), ha effettuato tre interventi. “L’uso intra-operatorio di tale metodica – ha spiegato Corcione – può guidare il chirurgo, quasi come farebbe un Tom-tom per un guidatore, fornendo un modello anatomico tridimensionale del paziente estremamente accurato”. In pratica chi opera si muove in un ambiente integrato dove le immagini digitali si completano con quelle reali. “Nelle sale operatorie integrate da me dirette – ha proseguito – abbiamo applicato (primi in Italia, secondi in Europa) tale modello di realtà aumentata a un paziente affetto da diverticolite complicata del colon, con risultati estremamente incoraggianti. La rielaborazione digitale ci ha permesso di programmare con esattezza l’intervento da eseguire, valutando tutte le eventuali anomalie anatomiche, offrendoci la possibilità di avere durante l’intervento le indicazioni sulla strada giusta da eseguire”. L’utilizzo di questa tecnica è ancora nella prima fase, ma Corcione sottolinea anche come sia necessario che gli specializzandi “siano formati all’utilizzo delle nuove e nuovissime tecnologie”.

La cave dell’Auxologico

Altro aspetto importante è quello dell cyberterapia dove è previsto l’utilizzo dei nuovi media per la valutazione clinica e la terapia. Grazie al lancio di prodotti come Oculus Rift o Htc Vive, i costi sono decisamente calati e oggi device nati per il mondo consumer possono essere utilizzati anche nella Sanità in abbinamento a software come Neuro Vr creato dall’Istituto Auxologico Italiano in collaborazione con il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino. L’Auxiologico è oggi l’unica realtà sanitaria italiana che dispone di due cave, ambienti adibiti per l’attuazione di programmi virtuali a sostegno dell’intervento terapeutico.
Grazie al “Cave”, una intera stanza virtuale dove si sperimenta la Telepresenza immersiva virtuale (Tiv), è possibile simulare gli scenari in cui vengono trattati alcuni disturbi tra cui quelli cognitivi nelle fasi iniziali, motori quali quelli conseguenti a ictus e Parkinson, o psicologici come ansia, fobie e stress. Nel caso di un paziente che ha paura di volare, per esempio, è possibile simulare condizioni di stress come atterraggio e decollo. Il Cave costituisce uno strumento straordinario per la riabilitazione nel post ictus, nelle fasi iniziali della demenza senile o per la cura di malattie come il Parkinson. Grazie a questa tecnologia è infatti possibile, ad esempio, facilitare il ritorno a casa dell’anziano, simulando situazioni di vita quotidiana ma in un ambiente controllato, spiega Marco Stramba-Badiale, direttore del dipartimento Geriatrico-Cardiovascolare e del Laboratorio sperimentale di ricerche di riabilitazione e medicina cerebrovascolare dell’Auxologico.
Dal punto di vista strettamente tecnologico, il Cave è un sistema integrato che permette di ricostruire una realtà vera, considerando le sollecitazioni cognitive, uditive e visive (e nello sviluppo del progetto pure olfattive e tattili). Grazie alla visione 3D stereostopica, legata a un sistema di tracciamento della posizione, il sistema permette una corretta lettura degli spazi, volumi e distanze, dando la sensazione di essere immersi all’interno della scena virtuale proiettata sugli schermi.
Il progetto, realizzato con il ministero della Salute e che ha come partner tecnologico Forge Reply, si inserisce nel percorso che da circa vent’anni vede l’istituto milanese occuparsi della ricerca nelle applicazioni cliniche della realtà virtuale.

La realtà aumentata trova applicazione anche nel marketing sanitario. In Uk il National health service, il Sistema sanitario britannico, ha realizzato una campagna pubblicitaria con la realtà aumentata. Mostrata su uno schermo a Birminghan e Londra, la campagna prevedeva la distribuzione ai partecipanti di iPhone sul quale è stato replicata la donazione di sangue. L’ago si è inserito virtualmente sulla pelle e contemporaneamente si è riempita la sacca mentre il paziente sullo schermo migliorava visibilmente la sua salute.

NHS

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