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Tecnologie cognitive al servizio del settore sanitario

Negli ultimi anni anche nel settore sanitario si sta assistendo a una crescita esponenziale di informazioni disponibili: sensori di ogni tipo, enormi banche dati, dati non strutturati (immagini, video, voce).

La quantità, la qualità e la frequenza delle informazioni, insieme a un’evoluzione delle esigenze dell’utenza, hanno rimodellato le strategie dell’industria per far fronte a questa nuova complessità.

Allo stesso tempo, in pochi anni abbiamo assistito ad una proliferazione di nuove tecnologie (cloud computing, big data, machine learning e reasoning, IoT, mobile, blockchain) e ad un perfezionamento di quelle esistenti (riconoscimento vocale, intelligenza artificiale, streaming, database) che necessitano competenze sempre più specializzate.

Pierpaolo Tommasi

E ora i sistemi cognitivi stanno prendendo piede grazie al loro accesso uniforme e semplificato che permette di progettare soluzioni complesse in tempi e costi ridotti, minimizzando il dettaglio di conoscenza richiesto nei diversi campi trattati.

Focalizzandoci sul settore sanitario, oggi più che mai i professionisti sono spinti ad assimilare velocemente una crescente quantità di informazioni che derivano da appunti e cartelle cliniche digitali, devono saper incrociare dettagli derivanti da settori ortogonali (come nell’assistenza sociale) e trovare il giusto compromesso nella cura di un paziente, il tutto in tempi sempre più ristretti.

Chi è l’autore

Pierpaolo Tommasi è un Research Engineer presso l’IBM Ireland Research Lab, dove si è specializzato in tecnologie semantiche e cognitive. Ha fatto parte del team vincitore del Semantic Web Challenge nell’International Semantic Web Conference del 2013 e un suo studio ha avuto il riconoscimento come  come miglior paper nella Extended Semantic Web Conference del 2014. È co-autore di articoli nelle maggiori conferenze sul Semantic Web (WWW, ISWC, ESWC) e annovera un buon numero di brevetti nel settore informatico. Al momento è coinvolto nello sviluppo dei knowledge-based system applicati alla sanità e assistenza sociale, grazie anche a collaborazioni con università, aziende e altri laboratori Ibm nel mondo.

Se quanto detto risulta già impegnativo nella realtà italiana, dove l’assistenza in campo sanitario è regolamentata a livello governativo, l’interazione e lo scambio di informazioni tra le diverse parti diventa un collo di bottiglia in realtà come quella americana, dove a partecipare vi sono assicurazioni, ospedali, governo, aziende e privati.

In una prospettiva globale, in ogni caso stiamo assistendo ad una rivoluzione del settore sociale e sanitario guidata dalle tecnologie cognitive. È importante quindi sottolineare che queste tecnologie non sostituiscono il medico, ma piuttosto assistono professionisti e pazienti nella somministrazione di cure al tempo stesso complete e su misura, minimizzando gli sforzi da ambo i lati.

Ad esempio, IBM Watson for Oncology, sviluppato in collaborazione con il Memorial Sloan-Kettering (MSK) Cancer Center di New York, aiuta gli oncologi occupati nella ricerca di cure per il cancro elencando le diverse cure disponibili, analizzando la cartella clinica del paziente e raccogliendo le prove necessarie.

A oggi, Watson for Oncology ha acquisito più di 15 milioni di pagine a contenuto medico, inclusi più di 200 libri di medicina e 300 riviste specializzate. In India, che conta oltre 680.000 vittime di cancro ogni anno, Manipal Hospitals sfrutta Watson for Oncology per aiutare i medici nella cura di oltre 200.000 pazienti l’anno.

In Irlanda, IBM Research e IBM Watson Health stanno collaborando per progettare soluzioni volte ad aiutare team multidisciplinari (assistenti sociali, medici specialisti, infermieri) nella selezione dei centri sociali e sanitari più adeguati.

Con un obiettivo ambizioso: focalizzarsi su una famiglia piuttosto che sul singolo individuo. Questa collaborazione sfrutta le tecnologie cognitive per aiutare i vari esperti a trovare la scelta migliore tra miliardi di possibilità in pochi minuti.

Un video esemplificativo è disponibile qui.

Nella figura sopra riportata, alcuni screenshot mostrano come, a partire da una lista dei servizi necessari per ogni membro della famiglia, il sistema filtri solo le soluzioni più efficienti – considerando non solo i diversi servizi sociali e sanitari, ma anche distanze e costi di trasporto, risparmi nel riutilizzare gli stessi servizi per più membri, e/o impossibilità di utilizzarne o combinarne alcuni tra loro – e assista nella comparazione, valutazione e scelta finale.

In questo esempio le tecnologie cognitive minimizzano il carico di lavoro di un intero team, filtrando solo le informazioni rilevanti, guidando attraverso tutte le possibili decisioni e migliorandone l’accuratezza.

La tecnologia non sostituisce l’uomo, lo aiuta

Oggi stiamo assistendo a un cambiamento importante perchè la tecnologia non è più percepita come un componente passivo relegato a gestire le informazioni in formato elettronico, ma è un componente attivo che affianca i professionisti nel validare tesi, farsi strada nella complessità di tutte le possibili decisioni, ridurre il rischio di commettere errori.

Riusciranno queste tecnologie a rimpiazzare i professionisti del settore? La risposta è: no. L’obiettivo è assisterli e non rimpiazzarli, con lo scopo di ridurre i tempi e facilitare il lavoro.

Gli esperti potranno ora contare su strumenti sempre più sofisticati e facili da utilizzare per migliorare il loro lavoro, con enorme vantaggio per i pazienti, che così potranno ricevere cure mirate e precise con una rinnovata tempestività.

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