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A caccia del tumore al pancreas, con un’app

L’alto tasso di mortalità del tumore al pancreas deriva essenzialmente dal fatto che quando se ne percepiscono i sintomi ormai la patologia è in uno stadio molto avanzato. Le cose potrebbero cambiare semplicemente grazie a un’app sviluppata dall’Università di Washington: questa permette una prima auto-analisi non invasiva dalla quale si può evidenziare un aumento anormale della quantità di bilirubina nel sangue.

Un alto tasso di bilirubina nel sangue è uno dei primi sintomi del tumore al pancreas. Non è però uno dei valori che si controllano solitamente con le comuni analisi periodiche, ma solo quando la quantità di bilirubina diventa talmente elevata da portare all’itterizia. La colorazione giallastra della sclera (la parte bianca del bulbo oculare) tipica dell’itterizia diventa quindi un sintomo indiretto del tumore ma anche in questo caso il sintomo si manifesta quando il tumore è già diffuso.

L’app sviluppata dai ricercatori di Washington – per la precisione dell’Ubiquitous Computing Lab dell’università – serve a rilevare una variazione nella tonalità della sclera molto prima che sia evidente a occhio nudo. Battezzata BilliScreen, richiede semplicemente che il paziente si scatti un selfie: gli algoritmi di machine learning che sono stati integrati nell’app sanno isolare la sclera nella fotografia e valutare oggettivamente la sua tonalità. In base a quest’ultima gli algoritmi sanno dare una indicazione sui livelli di bilirubina nel sangue.

I test portati avanti sull’app indicano che è in grado di rilevare casi “sospetti” con una precisione del 89,7 percento. Si tratta di una precisione sufficiente per rendere BilliScreen uno strumento di auto-analisi adeguato. Se ci si sottoponesse al test una volta al mese circa, spiegano i ricercatori, sarebbe in alcuni casi possibile rilevare la presenza di un tumore al pancreas in tempo per un trattamento.

L’app servirebbe in questo senso come primo campanello di allarme che spingerebbe il paziente e il suo medico ad ulteriori test clinici. BilliScreen inoltre ha un raggio d’azione che va oltre il tumore al pancreas: l’innalzamento del livello di bilirubina nel sangue è un sintomo anche di patologie meno gravi.

Stabilita l’efficacia dell’app c’è ora da migliorare la sua usabilità. Al momento infatti essa richiede di scattare fotografie degli occhi usando una sorta di “visore” che blocca l’illuminazione ambientale o facendo indossare al paziente particolari occhiali di carta con diversi colori. Questo serve per garantire che l’illuminazione sia totalmente quella controllata dall’app oppure, con gli occhialini, che il software possa calibrare esattamente la resa cromatica dell’immagine. In entrambi i casi lo scopo è poter valutare correttamente la tonalità della sclera.

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