Home Tecnologie Stampa 3D Non solo protesi: come la stampa 3D sta cambiando la sanità

Non solo protesi: come la stampa 3D sta cambiando la sanità

Se non proprio sinonimo, per la stampa 3D il mondo della sanità è da considerare uno degli scenari più importanti. Sicuramente, quello con cui la tecnologia additiva si sposa meglio. Bassi costi di ingresso, ampio raggio d’azione e impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti hanno favorito una rapida diffusione, in costante crescita.

Non a caso secondo l’ultimo rapporto SmarTech Markets PublishingAdditive Medical –The SmarTech Worldview of Additive Manufacturing in Healthcare, il settore copre da solo il 15% dell’intero fatturato mondiale legato alla stampa 3D.

Con un valore di 1.257,78 milioni di dollari, servizi inclusi, si colloca al terzo posto, a ridosso dell’altrettanto attento terreno industriale, forte di 1.317,55 milioni di dollari. Sopra di tutti, resta l’ancora irraggiungibile comparto dentale, arrivato a 2.308,9 milioni di dollari a fine 2018.

Leggermente più equilibrata l’analisi al netto dei servizi di stampa, concentrandosi quindi sulla componente più creativa della tecnologia additiva. Fermo restando la leadership del settore dentale con 668,49 milioni di dollari, il medicale scende al quarto posto, con 507,33 milioni di dollari, vale a dire il 13% del mercato.

Oltre alla produzione industriale con 722,02 milioni di dollari, in questo caso il confronto è anche con i 705,44 milioni di dollari dell’Aerospaziale. Interessante osservare inoltre come mentre nel dentale i servizi di stampa rappresentino quasi tre quarti del mercato, negli altri contesti emerga un maggiore equilibrio. Dal 59% della Sanità, al 46% dell’industria, fino al 40% dell’aerospaziale.

Impennata alle porte

Nello specifico, un mercato da considerare già maturo e al tempo stesso con margini di crescita ancora importanti. Per il 2027 SmarTech Markets stima infatti un valore complessivo di 6,8 miliardi di dollari, oltre cinque volte quello attuale. Resta però praticamente invariata la distribuzione.

Così, se i servizi di stampa 3D continueranno a occupare di gran lunga la fetta principale, passando dagli attuali 750,5 milioni di dollari ai 4.199,4 milioni di dollari, l’hardware rappresenta la seconda voce di spesa, oggi a 283,9 milioni di dollari, stimati in salita fino a 1.150,7 milioni di dollari.

Destinato a crescere il peso dei materiali utilizzati. Oggi a circa la metà dell’hardware con 141,5 milioni di dollari, nel 2017 sarà praticamente a ridosso superando il miliardo per assestarsi sui 1.047,5 milioni di dollari. Completa il quadro il software, passando dagli 82 milioni di dollari attuali ai 406,6 milioni di dollari di fine periodo.

A livello di processi, le maggiori opportunità sono e resteranno legate alla lavorazione di polimeri e compositi, in misura praticamente invariata rispetto ai metalli. Attualmente infatti, con un valore di 668,2 milioni di dollari, i primi coprono il 53,4% della produzione. Destinati a crescere in valore assoluto fino ai 3.665,7 milioni di dollari nel 2017, vale a dire il 53,7%.

Al traino del’ortopedia

Beneficiario principale della tecnologia additiva si conferma il settore dell’ortopedia. Il valore di 690 milioni di dollari attuali è destinato ad arrivare a 3.708,3 milioni di dollari. Più della metà dell’intero potenziale, con la quota restante suddivisa tra i 317,8 milioni di dollari attuali dei dispositivi a uso medicale proiettati verso quota 1.939,3 milioni di dollari e i restanti 249,1 milioni di dollari della personalizzazione a uso chirurgico, in salita ai 1.156,7 milioni di dollari nel 2027.

È l’ampiezza nelle possibili applicazioni, abbinata all’elevato livello di personalizzazione a favorire la spinta della stampa 3D per la realizzazione di protesi. Oggi sfruttata prevalentemente per l’anca, nel giro di una decina di anni è destinata a diventare la regola anche per risolvere problemi legati a colonna vertebrale,  ginocchia e, anche se in misura inferiore, per trattare mani e piedi. Se attualmente si parla di un giro di affari valutato in 353,48 milioni di dollari, la stima a lungo termine indica la cifra molto più attraente per chi vuole investire di 4.182,39 milioni di dollari.

Un’altra applicazione da tenere in grande considerazione sono i dispositivi destinati al mondo della Sanità. La prospettiva di passare dagli attuali 371,6 milioni di dollari ai 1.561,1 milioni di dollari del 2017 è legata all’allargamento anche del raggio d’azione. Dal semplice prototipo si sta infatti passando alla personalizzazione dei componenti in base alle singole esigenze di cura, fino alla produzione di parti di ricambio.

Risorse da sfruttare

In entrambi i casi, ortopedia e dispositivi, gli obiettivi stimati dipendono per buona parte dall’evoluzione e dall’impegno degli addetti ai lavori. Sviluppo di nuovi materiali e sistemi di produzione prima di tutto, ma anche la capacità di saperli combinare tra loro, per aumentare il livello di precisione a la qualità complessiva, a partire dalla resistenza.

A livello globale, SmarTech Markets Publishing valuta positivo l’atteggiamento delle strutture ospedaliere in termini di disponibilità a investire. Una tendenza guidata dall’ortopedia, destinata a pesare tra il 40% e il 55% dell’intero comparto medicale. Da non sottovalutare nell’analisi economica, anche le prospettive sui processi diagnostici, la riduzione dei costi nelle cure e la prospettiva di allargare l’accesso a cure oggi spesso proibitive per i costi.

 

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