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Telemedicina e fitness spingono il mercato dei biosensori

In linea con quanto atteso nel mondo dell’industria, anche la medicina, la telemedicina e ogni altro risvolto coinvolto dall’adozione di sensori personali per scopi di salute, o biosensori, è in procinto di cambiare abitudini e processi. Secondo MarketsandMarkets, in termini economici un mercato destinato a crescere su base mondiale dagli attuali 21,2 miliardi di dollari ai 31 miliardi di dollari nel giro di cinque anni. Con un tasso di crescita annuale dell’8,3%.

Una tendenza guidata da fattori tra cui spicca la rapida diffusione della diagnostica a distanza, come sta già dimostrando per esempio l’adozione di strumenti per il controllo remoto del livelli di glucosio. A questo però, si affiancano sempre più spesso impieghi di sensori in ambiente non strettamente medico, portando a un contributo importante legato allo sviluppo di veri e propri ecosistemi.

L’utilizzo principale dei sensori resta ancora per fini di monitoraggio. Si distinguono tuttavia anche applicazioni particolari, come il rilevamento delle condizioni ambientali o l’individuazione di contaminanti negli alimenti. I biosensori permettono infatti di individuare un largo spettro di analiti biologici, sperimentati già con successo in laboratori medici, di analisi sul cibo e rilevamento di microbi.

I relativi strumenti permettono di raggiungere misurazioni più precise in diverse situazioni delicate come la ricerca di sostanze nocive quali metalli pesanti nelle soia e nell’acqua, microbi trasmessi per via aerea e pesticidi o sostanze dannose prodotte dal corpo umano.

Non solo wearable

La maggior parte del mercato sarà occupata dai biosensori non indossabili, vale a dire quelli sfruttati per analisi prevalentemente in ambito non clinico. Si parla quindi di controllo sulla filiera del cibo o ricerca di relazioni molecolari per individuare sostanze tossiche.

Dalla parte dei wearable invece, si registra la maggiore evoluzione. Destinati in questo caso prevalentemente all’ambito medico, sfrutteranno la progressiva capacità di realizzare dispositivi sempre più compatti, prima di tutto per tenere sotto controllo i parametri vitali. Ai già diffusi rilevamento del battito cardiaco, temperatura, respiro e saturazione, si aggiungono i più recenti sistemi per pressione del sangue, elettrocardiogramma, elettroencefalografia, con la necessaria affidabilità certificata.

Non a caso quindi, MarketsandMarkets individua proprio in questo campo la maggiore attenzione degli investitori. In particolare, sono le funzioni cardiache destinatarie dei maggiori fondi, alla ricerca di dispositivi per il controllo remoto. Nei prossimi cinque anni, sono attesi di conseguenza importanti progressi nella cura delle malattie cardiovascolari, con la possibilità di ridurre drasticamente i tempi di diagnosi.

Lo scenario dei biosensori resterà nei prossimi anni dominato dagli Sati Uniti. Importante tuttavia anche il contributo dell’Europa. Tuttavia, la maggior parte degli operatori resta al momento entro i confini nordamericani.

Nonostante la più quotata sia la svizzera Hoffmann-La Roche, tra le aziende da seguire, MarketsandMarkets segnala infatti molti nomi Usa, tra cui Medtronic, LifeScan, DuPont, Pharmaco-Kinesis Corporation, LifeSensors. Spazio anche per l’australiana Universal Biosensors e la giapponese Sysmex Corporation.

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