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Tele riabilitazione cardiologica domiciliare, percorso multidisciplinare

Medicaltech è un’impresa autonoma attiva presso il Polo Tecnologico di Rovereto (TN) di Trentino Sviluppo, realtà che favorisce la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali votate all’innovazione puntando sul consolidamento della collaborazione fra aziende e enti di ricerca e sulla diffusione delle filiere e dei cluster strategici. un simile approccio è stato determinante per la realizzazione del sistema Ri.Car.Do, acronimo di Riabilitazione Cardiologica Domiciliare.

A prendervi parte al fianco di Medicaltech è stato il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento e questo è già di per sé indice della volontà di integrare nel progetto competenze multidisciplinari.

«Il progetto Ri.Car.Do», ha spiegato Giuseppe Quaini, ceo della società, «è nato per promuovere la realizzazione di un intervento strutturato di prevenzione secondaria per la gestione dei soggetti affetti da disturbi e malattie cardiovascolari in fase post-acuta o cronica, al fine di assicurare continuità assistenziale secondo i moderni concetti della medicina preventiva. Fa leva su un approccio che riteniamo innovativo: è centrato sul paziente, al quale è data la possibilità di svolgere a casa il percorso di recupero funzionale. La riabilitazione è gestita così in modo autonomo ma consapevole, sotto il monitoraggio e l’assistenza di un team di specialisti».

Alle fondamenta della soluzione c’è un’architettura tecnologica modulare completa (Sdim: Sistema integrato di telemedicina) composta da dispositivi hardware e applicazioni software. Fra i primi spicca l’elettrocardiografo multifunzione Mt32; mentre sul fronte degli applicativi è fondamentale la piattaforma centralizzata installata presso il Centro Servizi di Medicaltech. Ha il compito di gestire l’impostazione dell’elettrocardiografo multifunzione e di raccogliere ed elaborare i dati clinici relativi ai pazienti.

La spina dorsale

«L’esecuzione e i risultati degli esercizi fisici che il paziente deve seguire», ha proseguito Quaini, «sono controllati a distanza in tempo reale. E i sistemi avanzati di videoconferenza e gestione delle informazioni fanno sì che un gruppo multidisciplinare di professionisti (cardiologi in primis, ma anche dietologi, psicologi, medici di base e infermieri) possa condividerli grazie a una cartella clinica elettronica».

Risiede qui, in quello che l’ad ha definito «la spina dorsale» del programma, il fulcro dell’intero progetto. La cartella clinica elettronica promette di essere di uso semplice e intuitivo ed è soprattutto disegnata in modo da permettere la registrazione e la fruizione, da parte di tutti gli attori coinvolti, di una serie di aspetti di importanza fondamentale. In primo luogo, quelli relativi alla pianificazione degli interventi: visite mediche, attività motorie mirate, prescrizioni riguardanti il regime alimentare da osservare. E, a seguire, «tutti gli indicatori inerenti all’adesione al percorso riabilitativo e quelli specifici sullo stato di salute cardiovascolare».

In linea con quanto accennato più su, Giuseppe Quaini è convinto del fatto che Ri.Car.Do, del quale si è discusso anche in occasione del Digital Health Summit di Milano, presenti caratteristiche innovative marcate dal punto di vista sia clinico sia della tecnologia pura.

«Partendo dalle prime, il modello prevede l’attivazione di paradigmi riabilitativi basati su protocolli personalizzati e definiti appunto grazie alla collaborazione e al confronto fra figure professionali provenienti da ambiti disparati. Ai cardiologi, dietologi e psicologi menzionati in precedenza vanno infatti sommati, naturalmente, i fisioterapisti. Dopo un inquadramento iniziale presso le sedi ambulatoriali, nelle successive sessioni il paziente viene istruito a prendere confidenza con le attrezzature cliniche e con le modalità d’esecuzione degli esercizi fisici da eseguire o presso il proprio domicilio, attraverso il noleggio personalizzato della strumentazione, o con sedute programmate presso la struttura sanitaria ambulatoriale territoriale».

Il bello dell’hi-tech

Il processo descritto dal manager si conforma pienamente alla logica dei PDTA, che «rappresentano il migliore e più efficace strumento di applicazione delle linee guida in continuità assistenziale». Nulla potrebbe, tuttavia, concretizzarsi senza il ricorso a evolute soluzioni informatiche e di telecomunicazione, impiegate nella fattispecie per garantire la massima facilità gestionale del percorso stesso. Vi riescono grazie, in particolare, a quella cartella clinica riabilitativa elettronica del PDTA che orienta e supporta i meccanismi decisionali potenziando l’efficacia del servizio al paziente. E che d’altra parte rende più rapidi e agevoli i vari passaggi del governo clinico, generando benefici a cascata per i fruitori come per gli operatori.

«Attraverso le reti di comunicazione informatica», ha ricordato Giuseppe Quaini, «il sistema Ri.Car.Do permette il costante monitoraggio del paziente e degli strumenti in uso, quali l’elettrocardiografo multifunzione o la cyclette, e la comunicazione attraverso videoconferenza tra il paziente e un operatore. Si tratta di elementi di novità rispetto a quanto proposto da varie altre soluzioni di mercato e garantiscono a tutti i soggetti interessati elevati standard di sicurezza insieme all’assistenza psicologica e tecnica per la migliore adesione possibile al protocollo di riabilitazione».

Con il sistema di Riabilitazione Cardiologica Domiciliare, Medicaltech e partner hanno voluto sviluppare un modello di servizio che ha fatto tesoro della cooperazione e della complementarietà fra pubblico e privato. Il risultato è una declinazione rinnovata e, possibilmente, al passo con i tempi, dei concetti di prevenzione secondaria e continuità della cura.

«La sua messa a punto ha richiesto un’analisi congiunta dei modelli clinici, delle più avanzate soluzioni tecnologiche d’acquisizione e monitoraggio di tracciati ECG e di altri parametri fisiologici, di comunicazione fra medico e paziente e centralizzazione e gestione di dati strumentali e anamnestici», ha detto Quaini.

Il futuro è già iniziato. «Stiamo completando e affinando gli strumenti di videoconferenza e i protocolli di comunicazione tra operatore sanitario e paziente. I prossimi passi saranno l’ottimizzazione del sistema sulla base dei feedback di pazienti e operatori. Il dipartimento di ricerca e sviluppo è attivo per portare gli strumenti dell’IA negli algoritmi di riconoscimento delle anomalie cardiache e trasformare pertanto Ri.Car.Do da efficiente sistema di riabilitazione cardiologica domiciliare puro in potente strumento di diagnosi precoce».

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