Home Tecnologie Stampa 3D Occhio stampato in 3D, a Londra il primo impianto al mondo

Occhio stampato in 3D, a Londra il primo impianto al mondo

Un paziente del Moorfields Eye Hospital NHS Foundation Trust è stata la prima persona al mondo a ricevere esclusivamente un occhio protesico stampato in 3D.
Il paziente ha provato per la prima volta il suo occhio l’11 novembre insieme a una tradizionale protesi acrilica.
Tornando a casa il 25 novembre con solo il suo occhio stampato, è il primo paziente a utilizzare un occhio stampato in 3D come unica protesi.

Un occhio stampato in 3D è una vera biomimica e una protesi più realistica, con una definizione più chiara e una profondità reale della pupilla. A differenza dei metodi tradizionali, utilizza scansioni dell’occhio invece di uno stampo invasivo della cavità oculare, così difficile per i bambini che possono aver bisogno di un’anestesia generale.

Fondamentalmente, il processo di produzione è molto più veloce. Gli occhi protesici acrilici tradizionali sono dipinti a mano e richiedono circa sei settimane per essere completati. Con la stampa 3D, una volta eseguita la scansione, la protesi può essere stampata entro due ore e mezza. Viene quindi inviato a un oculista per rifinire, lucidare e adattare. L’intero processo richiede solo due o tre settimane.

Steve Verze
Steve Verze

Occhio 3D, le dichiarazioni del paziente e degli specialisti

Steve Verze, il primo paziente, è un ingegnere sulla quarantina di Hackney. «Ho bisogno di una protesi oculare da quando avevo 20 anni, e mi sono sempre sentito a disagio a riguardo» ha affermato Verze. «Quando esco di casa, spesso mi guardo una seconda volta allo specchio e quello che ho visto non mi è piaciuto. Questo nuovo occhio ha un aspetto fantastico e, essendo basato sulla tecnologia di stampa digitale 3D, sarà sempre migliore.»

«Siamo entusiasti del potenziale di questo occhio protesico stampato in 3D», ha affermato il professor Mandeep Sagoo, consulente oculista presso il Moorfields Eye Hospital e professore di oftalmologia presso il NIHR Biomedical Research Center «Speriamo che la prossima sperimentazione clinica ci fornisca prove solide sul valore di questa nuova tecnologia, mostrando la differenza che fa per i pazienti. Ha chiaramente il potenziale per ridurre le liste di attesa.»

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