Doctolib fotografa la sanità digitale italiana: come cambiano accesso e percorsi di cura

Doctolib

Quattro anni dopo il suo arrivo in Italia, Doctolib presenta una fotografia dettagliata dell’evoluzione della sanità digitale nel nostro Paese. Una panoramica costruita sull’osservazione di milioni di comportamenti reali: più di quattro milioni di utenti registrati, oltre quattro milioni di prenotazioni annuali e 12 milioni di richieste pazienti. Un archivio dinamico che racconta come, dove e perché gli italiani stanno cambiando modo di accedere alle cure. E che mostra come il digitale possa diventare un ponte di continuità fra pazienti, medici e strutture.

Pazienti, gli utenti Doctolib sono più digitali e attivi

Gli utenti di Doctolib sono oggi prevalentemente donne (60%), ma cresce anche l’uso al maschile e, soprattutto, l’utilizzo da parte degli over 65, che oggi rappresentano oltre il 20% degli utenti attivi. Questo dato smentisce la narrativa secondo cui il digitale “esclude” le persone anziane: quando gli strumenti sono chiari e utili, la platea digitale si estende.

Oltre un paziente su cinque, inoltre, utilizza il digitale tramite un caregiver: un figlio, un partner, un familiare. L’accesso digitale diventa così anche accesso assistito, a beneficio delle persone fragili o meno autonome.

Dalla singola visita all’intero percorso di cura: come il digitale sta evolvendo secondo Doctolib

Negli ultimi quattro anni è cambiato soprattutto che cosa gli italiani prenotano online. Se all’inizio il digitale era usato principalmente per fissare una visita di controllo, oggi copre l’intero percorso di cura: dal 2021 al 2025 il 66% delle prenotazioni riguarda visite mediche, ma cresce l’uso del digitale anche per esami diagnostici (15%) e percorsi terapeutici e di trattamento (10%). Integrando i dati dei medici di medicina generale, il quadro è ancora più evidente: il digitale viene utilizzato non solo per le visite (73%), ma anche per consulenze, televisite, referti e ricette (12%) e persino per vaccinazioni (4%).

Il cambiamento, quindi, risiede nell’abitudine: il digitale non è più solo il canale per una singola prestazione, ma sta diventando sempre più la porta d’ingresso dell’intero percorso di cura.

Non è un cambiamento clinico, ma organizzativo: il digitale non sostituisce il medico, ma riorganizza il modo in cui ci si arriva, semplificando l’accesso e rendendo più fluido il percorso tra bisogno, prenotazione e cura

I benefici per medici e pazienti

Si tratta di un’evoluzione ha effetti concreti sia per i pazienti sia per i professionisti. Per i cittadini, usare il digitale per tutto il percorso di cura significa avere indicazioni più chiare, meno passaggi frammentati tra telefonate e canali informali, più trasparenza su tempi e step da seguire. Per i medici, gestire visite, consulenze rapide, vaccinazioni e richieste in un unico flusso strutturato vuol dire ridurre i malintesi, distribuire meglio gli accessi in ambulatorio e recuperare tempo clinico da dedicare all’ascolto e alla valutazione del paziente.

Doctolib, l’offerta clinica cresce: 150 specialità

In quattro anni, Doctolib è passata da 104 a 150 specialità prenotabili, coprendo ormai quasi l’intero spettro della cura: ginecologia (17%), dermatologia (13%) e oculistica (7%) sono tra le più richieste, ma la crescita riguarda anche discipline altamente specialistiche. Non più un ecosistema solo per “early adopter”, ma una piattaforma capace di intercettare bisogni eterogenei e capillarità territoriale.

Come il digitale migliora la vita di medici e pazienti

Oggi oltre 20.000 professionisti sanitari usano Doctolib quotidianamente. Tra questi, più di 5.000 medici di famiglia e pediatri: un dato che segnala un cambiamento culturale profondo, oltre che organizzativo. “Oggi i cittadini non desiderano solo prenotare una visita” spiega Vittorio Lapiana, Vice Presidente Italia di Doctolib. “Cercano un rapporto più diretto, continuo e accessibile con il proprio medico. Lo dimostrano i 12 milioni di messaggi che ogni anno arrivano ai professionisti. Il digitale non aggiunge lavoro: lo ordina. Permette di governare la domanda, evitare sovraccarichi e guidare i pazienti verso la risposta più adatta”.

Una trasformazione che si traduce quindi in benefici sia per i medici sia per i pazienti, che ricevono istruzioni più chiare, meno passaggi frammentati e un flusso di comunicazione più prevedibile. “Prima le richieste dei pazienti erano disperse tra WhatsApp, telefonate e carta. Oggi arrivano in modo tracciato e strutturato”. racconta il medico di medicina generale Iacopo Cavallo. “Questo libera tempo clinico, riduce lo stress organizzativo e migliora la qualità dell’interazione”. Secondo Cavallo, il cambiamento riguarda anche le aspettative dei cittadini: “I pazienti chiedono più trasparenza e immediatezza. Non è che prima non lo volessero: ora la tecnologia glielo rende possibile”. Inoltre, la tracciabilità riduce il rischio di perdere informazioni importanti e permette spesso di intervenire prima che un problema diventi critico: un beneficio che incide direttamente sull’efficacia e sulla continuità della cura.

Strutture sanitarie: dal privato al SSN

Sono 1.000 le strutture sanitarie italiane – pubbliche e private – che hanno integrato Doctolib nei propri flussi. Un esempio emblematico riguarda le ASL di Novara e Vercelli, che hanno utilizzato la piattaforma per dare continuità assistenziale ai cittadini rimasti orfani del proprio medico di famiglia, un fenomeno sempre più rilevante nel Nord Italia. “Grazie alla piattaforma, le ASL hanno potuto attivare percorsi ordinati di presa in carico” spiega Lapiana. “Dal prenotare una visita con i medici messi a disposizione fino alle vaccinazioni stagionali. Questo riduce i disagi, gli accessi impropri e il carico sui call center”.

Anche gli ospedali di eccellenza si stanno muovendo nella stessa direzione: il San Gerardo e l’Istituto Nazionale dei Tumori stanno digitalizzando la libera professione. “Questo ci dice che anche le strutture ospedaliere hanno una necessità crescente di portare efficienza, trasparenza e semplicità. Il bisogno principale è l’ottimizzazione dei flussi, perché la gestione manuale genera inevitabilmente rallentamenti, code, incomprensioni e perdita di informazioni – afferma Lapiana. “Digitalizzare la libera professione significa non solo offrire un servizio migliore ai cittadini, ma anche fornire ai professionisti uno strumento che rende più fluida la loro attività e rafforza l’immagine dell’istituto. Il fatto che realtà come il San Gerardo o l’Istituto dei Tumori investano su questi processi dimostra quanto la digitalizzazione sia ormai un pilastro dell’organizzazione sanitaria moderna”.

Prevenzione: il caso delle vaccinazioni over 65

appuntamenti doctolib

Uno degli effetti più tangibili dell’integrazione digitale riguarda la prevenzione. I medici di medicina generale che hanno gestito la campagna vaccinale stagionale via Doctolib hanno raggiunto il 70% di adesione tra i propri assistiti over 65, contro una media nazionale del 53%. Mentre nella campagna in corso 2025–2026, la piattaforma ha già supportato 650.000 vaccinazioni. La combinazione di semplicità, promemoria, accessibilità e percorsi guidati ha migliorato la partecipazione e favorito un’organizzazione più efficiente delle vaccinazioni stagionali.

 Il futuro: una sanità integrata, semplice e interoperabile

Guardando ai prossimi anni, Lapiana evidenzia tre trasformazioni decisive:

  • visite più efficienti, grazie a dati clinici già organizzati prima dell’appuntamento;
  • intelligenza artificiale come alleato quotidiano del medico (capace di prendere appunti, sintetizzare e supportare decisioni cliniche);
  • interoperabilità tra sistemi, per garantire che la storia clinica sia accessibile ovunque in modo sicuro.

Il risultato sarà una sanità integrata” conclude Lapiana. “Un filo digitale che unisce pubblico, privato, ospedali, studi medici e cittadini. Un modello semplice, connesso e realmente umano”.

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