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Stent miniaturizzati per interventi salvavita

Un intervento unico in Italia, e pare senza precedenti anche nel resto del mondo, ha salvato la vita a una bambina di 10 mesi utilizzando uno stent miniaturizzato.

È accaduto presso la Neuroradiologia dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove la piccola paziente era arrivata con un’emorragia cerebrale. L’esame RM cerebrale, evidenziava la presenza di tre aneurismi (una dilatazione della parete del vaso sanguigno che lo rende potenzialmente a rischio di rottura) nell’arteria cerebrale media, uno dei quali era responsabile del sanguinamento.

Come spiega Giuseppe Iannucci, direttore della Neuroradiologia dell’ospedale vicentino, la rottura di un aneurisma in un paziente di soli 10 mesi è già di per sé un evento rarissimo, «ma la complicazione principale era data dalle dimensioni estremamente piccole del vaso sanguigno responsabile dell’emorragia, che aveva un diametro di appena 0,7 mm».

Nei casi di rottura di aneurisma l’approccio migliore consiste nell’occlusione del vaso arterioso interessato. La recente disponibilità di un device per occlusione di aneurismi che viaggia all’interno di un microcatetere molto piccolo, di circa 0,56 mm ha determinato la scelta di eseguire un intervento di posizionamento di stent a diversione di flusso di tali dimensioni.

I progressi tecnologici hanno permesso di miniaturizzare gli stent, dispositivi che si posizionano all’interno dell’arteria impedendo che il sangue gonfi le sacche aneurismatiche e quindi riducono la pressione sulla parete prevenendo ulteriori sanguinamenti.

Su un paziente pediatrico di questa età, tuttavia, la metodica è ritenuta poco applicabile perché non esistono stent di dimensioni abbastanza piccole per essere inseriti all’interno del vaso sanguigno.

Iannucci spiega che «chiudere il vaso sanguigno incrementa le possibilità di un danno cerebrale residuo a lungo termine. Per questo motivo abbiamo scelto un approccio diverso utilizzando per la prima volta in Italia uno stent di nuova generazione, che viaggia sul più piccolo microcatetere disponibile, anche se studiato per le più piccole arterie distali degli adulti, e lo abbiamo inserito in modo da farlo entrare comunque nell’arteria della nostra piccola paziente».

Fino a quel momento lo stent miniaturizzato era stato utilizzato solo sei volte in tutto il mondo ed è stato consegnato alla Neuroradiologia del San Bortolo dal produttore una settimana prima della sua commercializzazione in Europa.

La piccola paziente è stata operata il 15 giugno: l’intervento, durato circa due ore, è delicato, considerando che già nei pazienti adulti presenta comunque un tasso di mortalità-morbilità del 4-6%. La paziente è stata costantemente monitorata presso la Terapia intensiva Pediatrica del San Bortolo, e successivamente dal reparto pediatrico con prognosi favorevole.

Come commenta il direttore generale dell’Ulss 8 Berica, Giovanni Pavesi, la cosa più importante è il buon esito per la paziente. Allo stesso tempo è motivo di orgoglio avere portato a termine un intervento che, per l’età della paziente, la metodica e i device utilizzati non ha precedenti in Italia e probabilmente nel mondo».

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