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Startup verso la stabilità all’insegna del paziente

Dal punto di osservazione StartUp Health, il 2019 viene passato agli archivi come “L’anno del paziente”. È infatti il settore dedicato al coinvolgimento della persona e a una sua maggiore responsabilizzazione nelle cure, a registrare i migliori risultati in assoluto in termini di progetti e relativi investimenti.

Nell’edizione annuale dello StartUp Health Insights emergono comunque diverse altre indicazioni utili, per buona parte conferme di quanto già osservato nel corso dei trimestri intermedi. Un anno considerato nel complesso positivo, nonostante il piccolo passo indietro nella raccolta fondi.

Con 13,7 miliardi di dollari assegnati a 727 progetti, il 2019 registra la seconda migliore prestazione, proprio dietro all’anno precedente, dove si erano investiti 14,7 miliardi di dollari in 789 startup. Quando tuttavia l’impennata era stata marcata per il secondo anno consecutivo. Una fase quindi probabilmente votata a una certa stabilità, motivata anche con un graduale passaggio dei progetti ai livelli superiori di sviluppo, quindi con anche una minore necessità di costi di avvio.

 

Dietro gli irraggiungibili USA, cresce la Cina

Cifre alla mano, il mercato resta saldamente ancorato al Nord America. Tuttavia, nell’analisi annuale StartUp Health preferisce dare la precedenza alle altre aree rivelatesi più interessanti dal punto di vista delle dinamiche.

In particolare, emerge l’avanzata asiatica guidata dalla Cina, dove si trovano tre dei primi dieci finanziamenti assegnati. A partire dalla leadership di Pechino, dove 855,4 milioni di dollari sono stati messi a disposizione di dodici progetti. A conferma della fase di consolidamento, otto in meno rispetto al 2018. Nelle prime dieci, anche Shanghai al settimo posto con 151,1 milioni di dollari in favore di 7 startup, e Guangzhou al nono, con 103 milioni di dollari attratti da due iniziative.

Il quadro continentale non lascia molto spazio ai rivali. Al quarto posto si incontra infatti Mumbai (281,5 milioni dollari per 7 progetti), davanti a Bangalore (182,6 milioni di dollari e 10 progetti), a Shanghai (151,1 milioni di dollari e 6 progetti) e a Singapore (103,7 milioni di dollari e 10 progetti). Chiude la top ten, Delhi (100,9 milioni di dollari e 8 progetti).

Nonostante un peso comunque importante, al resto del Pianeta restano quindi poco più delle briciole in termini di presenza. Londra guida la rappresentanza europea, forte di 777,6 miliardi di dollari destinati a 27 startup. In questo caso, con un’interessante crescita di 7. Subito dietro, Parigi resta comunque distante per volume, grazie a 456 milioni di dollari investiti in 13 attività. Confermando tuttavia la crescita del Vecchio Continente, praticamente raddoppiando le startup sostenute.

In uno scenario mondiale dove viene sottolineata l’assenza totale di Africa e Sud America, ma anche Oceania, l’unica alternativa arriva da Israele, con Tel Aviv forte di 250,5 milioni di dollari al servizio di 15 progetti, il 50% in meno rispetto al 2018.

L’Europa si rifà tuttavia con il podio dei singoli contratti. Spetta infatti all’inglese Babylon Health il titolo per il migliore accordo stipulato al di fuori degli USA, per un valore di 550 milioni di dollari.

Molto più di quanto ottenuto dalla cinese Tencent Trusted Doctor, in seconda posizione con 250 milioni di dollari raccolti. Indiano invece il terso posto, grazie ai 220 milioni di dollari assegnati a PharmEasy.

Almeno per quanto riguarda gli investimenti complessivi, cambia drasticamente la dimensione dello scenario StartUp Health quando di guarda agli USA. Nella sola area di San Francisco infatti, la raccolta 2019 è arrivata a 3,1 miliardi di dollari, attirati da 126 idee.

Pur se a distanza di sicurezza, la concorrenza arriva dalla sponda opposta. Prima di tutto con gli 1,5 miliardi di dollari finanziati a 78 startup di New York, ma grazie anche al miliardo di dollari attivo nei 45 lavori avviati a Boston. Unico caso questo inoltre, di stabilità nel numero di startup coinvolte, a fronte di un calo dei rivali interni intorno al 10%.

Il divario con Asia ed Europa ei riduce drasticamente guardando invece all’entità dei singoli finanziamenti. In pratica, a fare la differenza è il numero di iniziative sostenute. Il primato annuale va infatti ai 635 milioni di dollari di Bright Health, seguita da Clover Health con 500 milioni di dollari e Gympass con 300 milioni di dollari.

Il paziente diventa protagonista

Scenario confermato anche nell’analisi dei singoli ambiti in cui sono attive le nuove iniziative del settore medicale. Tra i dieci contesti individuati come prioritari anche in prospettiva futura da StartUp Health, tre emergono in modo deciso. D’altra parte, viene rimarcata la netta carenza di attenzione verso le malattie infantili, ancorate al fondo della classifica insieme alle cure per le dipendenze.

Come facile prevedere, la maggiore attenzione resta rivolta a un tema sempre molto sentito negli USA, agevolare l’accesso alle cure. Il 2019 si è concluso con la raccolta arrivata a quota 5,7 miliardi di dollari, messi a disposizione di 363 progetti. Su tutti, si confermano proprio il settore del coinvolgimento di pazienti, indicato come rappresentativo del 2019, e il miglioramento dei flussi di lavoro dei dati clinici.

Proprio qui si trovano anche i migliori contratti, quelli dei già citati  Babylon Health e Tencent Trusted Doctor. Insieme a loro, si distinguono anche Capsule con 200 milioni di dollari, Doctolib con 170 milioni di dollari e Waterdrop con 145 milioni di dollari raccolti. Nel complesso, il comparto è cresciuto del 19%

In termini percentuali, la prestazione migliore arriva dal segmento mirato a diminuire i costi di accesso alle cure, migliorato nel 2019 del 21%. Grazie prevalentemente ad attività orientate a come migliorare i processi all’interno delle strutture sanitarie, sia clinici sia amministrativi. Anche se leggermente inferiore come raccolta, arrivata comunque alla ragguardevole cifra di 5,1 miliardi di dollari distribuiti tra 238 progetti, si conferma come elemento centrale per gli investimenti.

Aspetto non secondario, in questo caso entrano in gioco le assicurazioni sanitarie, tipicamente molto forti negli USA. Gli investimenti maggiori riguardano Bright Health con 635 milioni di dollari, Clover Health  con 500 milioni di dollari e PharmEasy, con 220 milioni di dollari.

Da sottolineare infine, i 3,7 miliardi raccolti da 186 startup per progetti orientati alla cura delle malattie. Più stabile per attenzioni ricevute rispetto ai precedenti, rivela una marcata propensione alla ricerca e in particolare ai sistemi di cura personalizzati.

Quasi tutti nella ricerca però, i maggiori investimenti. A partire da Tempus con 200 milioni di dollari, seguita da Freenome  con 160 milioni di dollari e la coppia PathAI e Beam Therapeutics, entrambe con 135 di dollari.

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