Da diverso tempo ormai non si sente più parlare dei progetti Microsoft in ambito wearable.
Praticamente abbandonato quello per il tracker Band, l’attenzione resta concentrata tutta sul mondo Hololens, prevalentemente in ambito professionale. Un settore molto mirato, lontano dalle iniziative consumer si successo del passato.
Un brevetto di questo ultimo periodo, però, sembra cambiare drasticamente lo scenario. La tecnologia messa a punto da Microsoft presenta infatti tutte le carte in regola per un ritorno in grande stile anche nella sfida hardware, proprio dove negli ultimi anni è emersa invece una prolungata latitanza.
Il sensore della nuova dimensione
L’idea è stata sviluppata intorno al principio di sensori multidimensionali, capaci cioè di superare alcuni limiti individuati nelle tecnologie attuali, in grado di rilevare i segnali singolarmente per poi combinarli.
L’obiettivo di Microsoft è invece produrre dati sull’emodinamica dell’utente e ottenere un quadro più dettagliato, dal quale ottenere anche nuove indicazioni.
Una soluzione molto orientata al mondo della medicina, non a caso proprio uno di quelli con le maggiore prospettive di sviluppo nei prossimi anni. Prima però, secondo Microsoft è necessario superare appunto i limiti dei sensori convenzionali, non abbastanza affidabili.
Per esempio, attualmente il conteggio dei passi non può essere correlato in modo infallibile a indicazioni sulla frequenza cardiaca. Almeno, non a livello medico. Inoltre, non è possibile andare oltre la lettura dei parametri di base.
Basti pensare alle diverse situazioni quotidiane dove la registrazione dei passi viene spesso falsata. Tra i più evidenti, quando i cuscina o ci si lava i denti, i passi crescono in fretta. Esattamente tutto quanto intende superare il sensore Microsoft, proprio grazie alla capacità di di agire a livello emodinamico.
Una nuova generazione di wearable targati Microsoft
Come suggerisce anche l’analisi della testa inglese Wearable, lo sviluppo di prodotti legati al nuovo brevetto appare destinato quindi soprattutto a dispositivi indossabili, bracciali smart prima di tutto, ma anche collari, cavigliere, smartglasses e ogni altro punto dove sia importante effettuare rilevamenti affidabili.
Il nuovo sensore è in grado di rilevare la frequenza cardiaca a livello arterioso e analizzare l’andamento per individuare eventuali problemi sempre a livello arterioso. Inoltre, calcolare l’ossigenazione del sangue con la dovuta precisione, aspetto dove oggi si scontrano in tanti, la saturazione dei tessuti e altro ancora.
Un primo disegno molto generico di wearable descrive il sensore affiancato da un secondo sensore CMOS per produrre le elaborazioni relative ai dati raccolti, oltre a un LED per illuminare quanto serve la superficie di rilevamento. Il sistema infatti agisce per riflesso su vene e arterie.
Sarà lo stesso sistema integrato a elaborare i dati raccolti, per riconoscere il tipo di tessuto al quale è stato applicato e calcolare quindi i relativi parametri, per segnalare eventuali anomalie a livello di salute o fornire direttamente indicazioni su stati come ipertensione.
Importante sottolineare, un brevetto non implica automaticamente l’intenzione di passare allo sviluppo e alla produzione. L’indicazione però, segna un importante cambio di strategia in Microsoft.
Il sensore infatti è descritto come destinato a dispositivi consumer, quindi smartphone e smartwatch. Aumentando quindi le prospettive di un importante scossone a un mercato già in fermento