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Un algoritmo rileva i tumori dalle immagini diagnostiche

Dalla collaborazione tra ricercatori australiani e cinesi è nato un tool software che può rilevare preventivamente l’insorgenza di tumori grazie a un nuovo algoritmo per l’analisi delle immagini diagnostiche.

Il lavoro si incentra sulla angiogenesi ed è stato portato avanti dalla divisione Data61 del Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) e dall’Istituto di fisica applicata dell’Accademia cinese delle Scienze, a Shanghai.

L’approccio dei ricercatori prevede di scoprire la possibile insorgenza di un tumore attraverso il monitoraggio della angiogenesi.

La formazione di nuovi vasi sanguigni è infatti un indizio dello sviluppo tumorale e rilevarla il prima possibile può portare alla scoperta di tumori ancora nella loro fase iniziale, il che permette ovviamente di avviare trattamenti con una maggiore probabilità di successo.

Lo studio è stato condotto usando immagini diagnostiche (TAC tridimensionali) ad alta risoluzione – a livello di micrometri – raccolte per tumori animali al cervello e al fegato, in vari stadi di sviluppo.

Sulla base di queste immagini è stato sviluppato un algoritmo in grado di rappresentare con precisione lo stato dei vasi sanguigni (lunghezza, forma, ramificazioni) e in particolare delle loro parti terminali.

Finora, spiega Data61, le rappresentazioni dei vasi sanguigni derivate dalle immagini diagnostiche ad alta risoluzione sono sempre state poco dettagliate e quindi poco informative. Il nuovo algoritmo ha invece permesso di arrivare a una rappresentazione più precisa tramite cui rilevare cambiamenti anche minimi nello sviluppo della vascolarizzazione.

Questo consente di scoprire prima l’insorgenza di un tumore ma anche di monitorare meglio come il paziente risponda ai trattamenti anti angiogenesi.

La brutta notizia è che l’algoritmo sviluppato si basa su immagini sì molto precise ma generate usando un livello di radiazioni troppo elevato per i pazienti umani. Testato positivamente nel caso degli animali, l’algoritmo quindi non può essere adottato in trial clinici.

Almeno per ora: Data61 ritiene che con la collaborazione di un produttore di sistemi di diagnostica si possa arrivare a immagini di qualità sufficiente e generate a livelli di radiazioni accettabili.

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