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Arriva Android Wear 2.0, ma il mercato non va

Con un ritardo di diversi mesi, Google ha reso nota la disponibilità di Android Wear 2.0, nuova versione del sistema operativo per dispositivi indossabili.
In questa nuova versione, le novità sono rappresentate dalla possibilità di controllare appuntamenti, condizioni meteo, le proprie attività senza necessità di avere a portata di mano il proprio telefono.
Un’interfaccia personalizzabile consente di tenere in primo piano le App di uso più frequente, che si tratti della possibilità di chiamare un driver di Uber o di controllare le quotazioni in Borsa o, più semplicemente, di iniziare una sessione di allenamento.

Come abbiamo anticipato in altre occasioni, le App possono essere scaricate direttamente sul dispositivo dal Google Play Store direttamente integrato nel telefono e se il dispositivo possiede una connessione cellulare, direttamente dall’orologio è possibile effettuare chiamate, senza dover tenere con sé anche il telefono.
Anche la gestione dei messaggi è semplificata, con possibilità non solo di leggere, ma anche di rispondere dettando, digitando o addirittura inserendo la risposta “manualmente”. In più, la funzione Smart Reply suggerisce le possibili risposte in base al contenuto del messaggio.
Nuovo in Android Wear 2.0 è il Google Assistant, che consente di trovare le risposte giuste al momento giusto e che si attiva con un semplice “Ok Google”.
Tutto questo, si troverà concretamente sui primi due dispositivi pronti per il nuovo sistema operativo: sono entrambi prodotti da LG e si chiamano Watch Style, più sottile e di design, e Watch Sport, più potente e con NFC integrato.

Ma il mercato dei wearable non gode di buona salute

Detto questo, l’inevitabile domanda è se sia questo il momento giusto per il lancio del nuovo Wear. Il mondo degli smartwatch non gode di buona salute.
Delle sorti di Pebble abbiamo scritto qualche mese fa e anche le vendite natalizie non hanno dato segni di particolare vitalità nel settore, anche per i player più blasonati come Fitbit.
A CES 2017 forse sono stati i grandi assenti, con pochi, pochissimi annunci e un sostanziale passo indietro da parte dei partner più significativi per la piattaforma, da Samsung a Motorola a Huawei.

E se è vero che Google intende fare degli indossabili un ecosistema, cercando di coinvolgere i partner dell’orologeria, è altrettanto vero che in un segmento di per sé non particolarmente dinamico, domina un solo player: Apple, che, secondo i dati diffusi da Canalys nella giornata di ieri, da sola rappresenta il 49 per cento dei 9 milioni di dispositivi consegnati complessivamente. Per la cronaca, Fitbit è seconda con una share del 17 per cento e Samsung terza con il 15 per cento.

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