Ogni anno le aziende che operano nei mercati digitali attendono il report Kleiner Perkins sui trend di Internet e della digitalizzazione come un utile fonte di indicazioni sulle dinamiche che vedremo concretizzarsi nel prossimo futuro.
Il report è molto ampio, tra i vari temi trattati ce ne sono cinque di particolare interesse.
Il primo, prevedibilmente, è la crescita del mobile come mezzo per la fruizione di Internet. Anche se la crescita del mercato smartphone in sé rallenta, il numero di utenti a livello globale cresce a doppia cifra (+12 percento anno su anno) e ha raggiunto i 2,8 miliardi. Una cifra molto simile a quella degli utenti Internet in assoluto (3,4 miliardi) e anche per la crescita percentuale (+10 percento anni su anno). I due fenomeni non sono slegati perché in molte nazioni emergenti lo smartphone è di fatto il sostituto del computer. E anche in quelle evolute è il mezzo prevalente per la fruizione dei media digitali.
La crescita della pubblicità online è sensibile, anche grazie alla spinta che viene ancora dal mobile, e a livello globale l’Internet advertising supererà la pubblicità televisiva entro pochi mesi. Il vantaggio della pubblicità online è che è misurabile ma, avverte Kleiner Perkins, non è detto che essere tracciati piaccia agli utenti ed è per questo che l’uso degli ad blocker sta aumentando sensibilmente. In alcune nazioni la loro penetrazione è già a doppia cifra sia su desktop sia su mobile.
Anche l’e-commerce si sta sviluppando sensibilmente. Crescono il valore (e il volume) degli oggetti acquistati e anche la frequenza di acquisto. Questo accade anche per alcuni fenomeni particolari come la nascita dei servizi di food delivery. Come esempio Kleiner Perkins indica che il servizio DoorDash nel 2016 ha rappresentato il 7 percento dei ricavi per i suoi dieci principali ristoranti nella Bay Area. Il successo dell’e-commerce non significa (complessivamente) la chiusura dei punti vendita perché molti brand digitali stanno iniziando a operare anche offline. A partire da Amazon.
La sanità è al suo “digital inflection point”, spiega Kleiner Perkins. La quantità di dati generati digitalmente può portare a impatti molto positivi nella cura e nel trattamento delle malattie. La maggior parte degli strumenti diagnostici principali è già stata digitalizzata e per questo cresce rapidamente il numero dei dati e dei parametri monitorabili e misurabili. Conseguenza: l’intervallo di tempo necessario a raddoppiare il livello di conoscenza medica si sta drasticamente riducendo, dai sette anni degli anni Ottanta ai 3,5 di questi anni Dieci.
Infine, il cloud. L’adozione del cloud sta crescendo in modo tale che gli investimenti nei datacenter tradizionali nel 2016 sono scesi al 63 percento della spesa complessiva in IT. Nel 2013 erano il 76 percento. AWS guida il mercato ma è stabile (57 percento), seguita da Azure che è un po’ in ritardo (34 percento) ma cresce velocemente e in un anno ha quasi raddoppiato la sua penetrazione. Gli effetti della diffusione del cloud sono principalmente due, secondo Kleiner Perkins: le aziende si aspettano applicazioni enterprise di nuova generazione, molto più curate di quelle classiche; il fatto che un’azienda usi in cloud sempre più applicazioni pone problemi di sicurezza. Le applicazioni in cloud sono più semplici da realizzare e da adottare, ma anche più difficili da mettere in sicurezza.