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Project Emma: dispositivo indossabile contro i tremori del Parkinson

Per alcuni sarà anche un sintomo minore, per chi ha il morbo di Parkinson il tremore delle mani è un grande problema. È uno dei “simboli” della malattia e ha quindi “classifica” chi ne è colpito, in più impedisce di compiere moltissime operazioni quotidiane.

Quando poi chi ne è colpito è un graphic designer, il limite si sente ancora più fortemente. Questo è stato il caso di Emma Lawton e dalla sua esperienza, combinata con il lavoro della ricercatrice Hayan Zang, è nato Project Emma.

A Lawton è stato diagnosticato il morbo di Parkinson all’età di 29 anni (oggi ne ha 33) e il decorso della malattia le ha a un certo punto impedito di portare avanti il suo lavoro.

Dall’incontro con Zang, che è Innovation Director alla sede Microsoft Research di Cambridge, è nata l’idea di sviluppare un sistema che potesse contrastare i tremori e permetterle di riprendere a disegnare, anche solo parzialmente.

L’idea originaria di creare un braccialetto vibrante è nata pensando ad altri progetti collegati al Parkinson, in particolare quelli che hanno portato allo sviluppo di oggetti con motori interni che contrastano, compensandoli, i tremori delle mani. Il wearable ideato da Zang segue in realtà un principio più complesso e più legato alla fisiologia della malattia.

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In sintesi, spiega Microsoft, i tremori del Parkinson sono causati da una moltitudine di segnali elettrici confusi e contrastanti che il cervello invia ai muscoli. Il wearable di Project Emma in un certo senso manda in cortocircuito questi segnali “negativi” applicando una sua vibrazione che spinge il cervello a “concentrarsi” meglio su quella parte del corpo. Il risultato è che i tremori cessano o sono fortemente attenuati, permettendo a Emma Lawton di usare la mano quasi normalmente. Solo per disegnare, però, perché l’effetto non è altrettanto significativo per altre azioni come usare una tastiera.

Partendo dalla esprienza positiva di Lawton, Project Emma sta prendendo ora strade più ampie. L’idea è unirvi sensori e funzioni di intelligenza artificiale che permettano di rilevare e contrastare altri sintomi fisici del Parkinson, come la rigidità del corpo. In questo senso una nuova generazione di wearable (quello di Lawton è un esemplare unico) potrebbe operare anche in unione con funzioni in cloud.

https://www.youtube.com/watch?v=k9Rm-U9havE

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