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La FemTech per migliorare l’assistenza sanitaria per le donne

Il termine “FemTech” è stato coniato per la prima volta nel 2016 dall’imprenditrice Ida Tin. Nel corso di pochi anni, è cresciuto fino a comprendere una serie di prodotti e soluzioni basati sulla tecnologia e incentrati sul consumatore.

Oggi FemTech prevede una vasta gamma di soluzioni per migliorare l’assistenza sanitaria per le donne in una serie di ambiti specifici, tra cui la salute materna, la salute mestruale, la salute pelvica e sessuale, la fertilità, la menopausa e la contraccezione, così come una serie di condizioni generali di salute che colpiscono le donne in modo particolare (come l’osteoporosi o le malattie cardiovascolari).

Anche se si tratta di un settore ancora agli inizi, la ricerca condotta da McKinsey indica che le dinamiche alla base del FemTech stanno accelerando. È il caso ad esempio di Progyny, azienda che gestisce dei benefit legati alla fertilità, è stato quotata in borsa nel 2019 con una valutazione superiore a 1 miliardo di dollari; la sua attuale capitalizzazione di mercato è di circa 4 miliardi di dollari. E Maven Clinic, una clinica virtuale per la salute delle donne e della famiglia, che è stata valorizzata per oltre 1 miliardo di dollari in un recente investimento di serie D.

Le stime per le dimensioni attuali del mercato FemTech vanno da 500 milioni a 1 miliardo di dollari. Le previsioni su questo dato suggeriscono l’opportunità di una crescita a due cifre dei ricavi. Sul fronte della salute digitale, le aziende FemTech ricevono attualmente il 3% di tutti i finanziamenti previsti per la salute digitale. Dalla analisi condotta da McKinsey su centinaia di aziende FemTech, emerge una concentrazione nei servizi in supporto ai pazienti per la salute materna, prodotti mestruali di consumo, dispositivi ginecologici e soluzioni per la fertilità. I finanziamenti hanno raggiunto 2,5 miliardi di dollari all’inizio di dicembre 2021. In alcuni casi, le aziende FemTech stanno affrontando lacune non ancora esplorate da biofarmaci e dispositivi già esistenti, come nel settore della salute materna.

Le aziende FemTech potrebbero rivoluzionare l’assistenza sanitaria in diversi modi. Le prime evoluzioni si sono viste in una serie di aree, tra cui:

Migliorare l’erogazione delle cure: Cliniche virtuali come Tia e servizi di consegna delle prescrizioni direttamente al consumatore come quelli di The Pill Club, tutti permettono alle donne di accedere alle cure in un modo più conveniente e incentrato sul consumatore.
Consentire l’auto-cura: I tracker e i wearable offerti da aziende come Bloomlife, e la diagnostica a domicilio come quella fornita da Modern Fertility, sono tra le soluzioni FemTech che stanno aiutando le donne a prendere maggiore responsabilità della loro salute e dei dati relativi alla salute.

Migliorare le diagnosi: Le aziende di diagnostica clinica stanno spingendo la frontiera scientifica per affrontare bisogni medici insoddisfatti in aree come l’endometriosi (DotLab) e la nascita pretermine (Sera Prognostics).

Affrontare le aree stigmatizzate: le aziende stanno affrontando di petto quelli che erano considerati argomenti stigmatizzati, come la salute mestruale (Thinx), la salute sessuale (Rosy Wellness), la cura pelvica (Elvie), e la menopausa (Elektra Health).
Fornire cure personalizzate: Soluzioni su misura per segmenti di popolazione stanno emergendo per le donne nere (come Health in Her HUE), popolazioni LGBTQ+ (FOLX Health), e donne in paesi a basso e medio reddito (Kasha).

Gli ambiti in cui la FemTech sta avendo un impatto sono in aumento – e anche, in alcuni casi, iniziano ad evolversi, sovrapporsi e ridefinirsi man mano che le aziende FemTech iniziano a crescere e cercano nuovi modi per espandersi. Per esempio, Maven ha iniziato con l’assistenza alla maternità e poi si è allargata a tutto il ciclo della vita riproduttiva.

Guardando al futuro, gli early movers possono cogliere alcune opportunità in ambiti non ancora esplorati, aiutando a soddisfare i bisogni di popolazioni poco servite, come le comunità a basso reddito o appartenenti a minoranze.

Il settore FemTech presenta anche significative opportunità di partnership per i player storici dei settori tradizionali. L’Oréal, per esempio, ha recentemente svelato una partnership con l’app di monitoraggio del ciclo mestruale Clue per approfondire la conoscenza della relazione tra questo e la salute della pelle.

Il FemTech è guidato in misura significativa da imprenditrici – più del 70% delle aziende FemTech che abbiamo analizzato ha almeno una fondatrice donna, rispetto a una media del 20% per le nuove aziende.

Emerge come un sistema sanitario più inclusivo e consapevole potrebbe avere un impatto positivo generale; la ricerca ha dimostrato infatti che quando gli uomini si dedicano a risolvere un problema di salute, è più probabile risolvano una condizione che riguarda il loro stesso genere; i team guidati dalle donne invece risolvono una condizione che riguardi entrambi.
Le soluzioni FemTech non stanno solo raggiungendo il successo commerciale, stanno contribuendo a creare le condizioni per un’innovazione continua. Poiché le donne non sono solo consumatrici, ma sono le principali responsabili delle decisioni sanitarie per sè stesse e spesso per le loro famiglie, migliori risultati di salute per le donne possono portare a migliori risultati per la società.

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