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Evoluzione tecnologica nella gestione dell’anatomia patologica

Un soluzione adottata presso l’ASST Fatebenefratelli-Sacco ha permesso di migliorare il tracking dei preparati e l’interoperabilità, e offre la possibilità di integrarsi con sistemi di analisi e immagini di intelligenza artificiale.

Dal 1° gennaio 2016, in attuazione della legge regionale n. 23/2015 “Evoluzione del Servizio Socio-Sanitario Lombardo”, si è costituita l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) Fatebenefratelli-Sacco composta da quattro presidi ospedalieri e 26 sedi territoriali: Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico, Ospedale Luigi Sacco – Polo Universitario, Ospedale Macedonio Melloni e le Sedi Territoriali dei Municipi 1 – 2 – 3 – 4 – 8.

«La situazione iniziale prima della riforma sanitaria del 2016», spiega Pietro Zerbi, dirigente medico presso la U.O. Anatomia Patologica, ASST Fatebenefratelli Sacco, «prevedeva più presidi ospedalieri, l’Ospedale Luigi Sacco-Fatebenefratelli e il Macedonio Melloni, distribuiti nella mappa della città di Milano, ciascuno con un proprio Lis di fornitori specifici».

Pietro Zerbi

In seguito alla riforma, l’Anatomia Patologica dell’Ospedale Sacco è stata una delle prime unità operative a portare avanti un progetto di informatizzazione, al fine di decidere quale dei due sistemi gestionali presenti in Azienda fosse il migliore.

«C’è stato un confronto tra i due laboratori di Anatomia Patologica», continua Zerbi, «e si è deciso di adottare la soluzione già usata presso l’Ospedale Sacco. Dell’ASST fa parte anche l’Ospedale Buzzi, privo dell’Anatomia Patologica ma comunque dotato di sale operatorie e ambulatori che forniscono campioni a entrambi i laboratori».

Le complessità riscontrate nel processo d’integrazione sono state principalmente causate da codifiche differenti tra i laboratori (per quanto riguarda alcuni materiali e colorazioni), ma anche dalle specifiche competenze e affinità e da qualche differenza relativa ai flussi, in particolare alla registrazione di certe fasi di lavorazione. Un ulteriore problema è derivato dal fatto che c’erano sistemi diversi (che tutt’ora non sono stati del tutto uniformati) e il fornitore si è trovato quindi a gestire integrazioni con sistemi che prevedevano workflow separati. A tutto ciò si è aggiunta una complessità di tipo organizzativo sul Buzzi che ha reso necessaria una chiara e semplice istruzione per distribuire i campioni ai due laboratori.

«I vantaggi che abbiamo riscontrato dopo l’adozione del Lis unico», afferma Zerbi, «riguardano principalmente l’intraoperabilità tra i laboratori, in particolare le lavorazioni, per cui era conveniente avere uno stesso sistema che rendesse possibile lo scambio di materiale per portare avanti la processazione».

È stato inoltre possibile, disponendo di un unico sistema gestionale, adottare una sola attività di tracking dei preparati.

«Questo ci è stato consentito anche da un processo di unificazione dell’anagrafe», afferma Zerbi, «effettuato dall’ASST per avere un bacino più ampio di utenti al fine dell’analisi dei preparati».

Quello che non è ancora avvenuto, ma che tuttavia quanto fatto finora ha posto le basi per fare, è una condivisione di esperienze e competenze, grazie al fatto che si lavori su uno stesso sistema, che permette anche di ridistribuire i carichi di lavoro. È un’innovazione che può avere un importante risvolto a livello degli operatori, in particolare degli anatomo-patologi. Un ulteriore passo potrebbe essere la centralizzazione della lavorazione.

«Il sistema adottato è evoluto», conclude Zerbi, «e può permettere uno scambio di immagini macroscopiche e microscopiche che facilitino il processo all’interno dell’Azienda stessa. Inoltre, offre la possibilità di integrarsi con sistemi di analisi e immagini d’intelligenza artificiale, aspetto sempre più richiesto nel laboratorio di Anatomia Patologica per cercare di attuare, semplificare e uniformare alcune processazioni secondo gli standard internazionali».

 

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