Efficientare la chirurgia? Possibile, migliorando la gestione a 360 gradi del percorso operatorio

chirurgia

Il nostro paese destina solo il 6,2 per cento del prodotto interno lordo alla sanità pubblica, una percentuale nettamente inferiore sia alla media dei paesi Ocse (6,9 per cento) sia a quella europea (6,8 per cento). Tutto ciò ha varie ripercussioni in diversi ambiti clinici. In chirurgia, ad esempio, i fondi pubblici non sono più adeguati in considerazione dell’avanzamento delle tecnologie e dei bisogni dei pazienti. Inoltre, mancano i chirurghi: da un lato c’è la carenza di borse di specializzazione, dall’altro le specialità chirurgiche sono tra le meno ambite dai giovani laureati.

La carenza di giovani chirurghi

 Il risultato? Se i chirurghi in Italia erano 7.000 nel 2016, saranno 3.500 entro la fine di quest’anno. Una soluzione non è semplice, tuttavia esistono margini di manovra: ad esempio una migliore gestione dei percorsi chirurgici può avere un peso importante nell’efficientamento dei reparti e del personale, nella riduzione delle complicanze postoperatorie e nella riduzione delle liste d’attesa grazie a degenze più ridotte.

La gestione perioperatoria

 Tale ottimizzazione prende le mosse dal concetto di gestione perioperatoria, ovvero una serie di valutazioni e di attività che coinvolgono il paziente prima, durante e dopo l’intervento. In questo contesto il protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery, “miglior recupero post intervento chirurgico”) nasce per favorire una gestione multidisciplinare e a tutti i livelli dell’intero percorso chirurgico dei pazienti:

  • Fase preoperatoria, ovvero una prehabilitation fisica e psicologica;
  • Fase intraoperatoria, indicazioni e accorgimenti legati alla procedura chirurgica;
  • Fase postoperatoria, che comprende procedure e norme che coinvolgono direttamente paziente e caregiver con lo scopo di migliorare gli outcome.

L’obiettivo è garantire massima qualità delle cure assicurando un recupero ottimale e un ritorno precoce e sicuro alle attività quotidiane, ottimizzando in questo modo le risorse ospedaliere e la spesa sanitaria.

Chirurgia maggiore: gestire il paziente a 360 gradi.Scopri come con la guida completa

 Perché ERAS non decolla?

 Nonostante l’innegabile efficacia, il protocollo ERAS in Italia stenta a decollare: esistono solo alcune strutture d’eccellenza che lo adottano in pieno e che lo inseriscono addirittura dei PDTA aziendali, mentre molte altre lo adottano solo in modo parziale.

Gli ostacoli sono diversi, li abbiamo approfonditi e poi evidenziati in nuova monografia dal titolo: Chirurgia maggiore: gestire il paziente a 360 gradi che vi invitiamo a visionare. Di certo va considerato che la gestione del protocollo è sempre stata, fino ad ora, “manuale”: i vari step sono gestiti dal reparto attraverso sistemi digitali non interconnessi tra loro, se non addirittura in modo analogico alle volte. Questo può causare perdite di tempo e di produttività e può disincentivarne l’applicazione.

 ERAS può diventare digitale

 Su questo punto oggi si può fare qualcosa di realmente concreto grazie all’innovazione digitale che consente l’applicazione di ERAS in modo automatico, semplice e in tempi più rapidi, assicurando una reale interconnessione tra le figure coinvolte e il paziente stesso.
In che modo? Grazie a tecnologie semplici ma perfettamente studiate allo scopo.

Anche di questo parliamo nella nostra nuova monografia Chirurgia maggiore: gestire il paziente a 360 gradi.

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