Home Tecnologie Philips indica 5 driver per un healthcare più sostenibile

Philips indica 5 driver per un healthcare più sostenibile

Nei giorni della Conferenza 2022 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27), l’OMS ha lanciato un allarme che non è possibile ignorare: “si stima che entro il 2030 i costi dei soli danni diretti” del cambiamento climatico “alla salute siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari l’anno”; di fronte a questo scenario, afferma Philips, il settore dell’assistenza sanitaria – che se fosse un Paese, rappresenterebbe il quinto produttore mondiale di CO2, con oltre il 4% delle emissioni globali, più del settore aereo o marittimo – ha il dovere e le capacità di agire.

“È tempo di estendere il principio ‘per prima cosa non nuocere’, il vero fondamento dell’assistenza sanitaria, al Pianeta, prendendocene più cura, così da poter fare lo stesso con le persone. Per questo siamo impegnati nel sostenere e promuovere cambiamenti culturali e azioni concrete sul cambiamento climatico. C’è molto che gli operatori della salute e le aziende healthtech come Philips possono fare oggi per aiutare i sistemi sanitari a ridurre il loro impatto ambientale, adottando metodi di lavoro sostenibili, migliorando i risultati clinici, l’esperienza di pazienti e personale, contenendo al tempo stesso i costi delle cure e rendendole più accessibili”, ha dichiarato Greta Simonelli, Sustainability Coordinator Philips Italia, Israele e Grecia.

Philips ha pertanto identificato cinque driver che possono aiutare il settore healthcare ad essere più sostenibile: cinque ambiti di azione che possono, con la collaborazione di aziende pubbliche e private, istituzioni, fornitori, portare a risultati concreti.

1. Ridurre il consumo diretto di energia

Gli ospedali sono tra i più energivori di tutti gli edifici finanziati con fondi pubblici ed emettono 2,5 volte più gas serra rispetto agli edifici commerciali, mette in evidenza Philips. Pertanto, il passaggio alle energie rinnovabili può avere un impatto importante.

In quest’area, la peer collaboration può fare un’enorme differenza, permettendo economie di scala. Philips, ad esempio, si è assicurata la fornitura di elettricità rinnovabile in Europa grazie ad accordi di acquisto di energia attraverso un consorzio.

Già nel 2020 tutte le operation di Philips erano alimentate al 100% da energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e l’obiettivo, entro il 2025, è fare in modo che il 75% del consumo totale di energia da parte dell’azienda provenga da fonti rinnovabili.

2. Ridurre le emissioni indirette applicando i principi di crcolarità

Estrazione delle materie prime, manifattura e fornitura dei prodotti rappresentano tra il 40 e il 50% delle emissioni globali di CO2 e la sanità è un grande consumatore di queste risorse.

Adottando pratiche e modelli di business circolari, gli operatori sanitari possono trovare modi per utilizzare i materiali per sistemi e dispositivi medici in modo sostenibile.

Un esempio di particolare attualità è quello dell’elio. Questo gas nobile, fondamentale per la diagnostica RM, rappresenta una risorsa limitata ed è oggi di difficile reperibilità. Per risolvere questo problema, Philips ha applicato i principi dell’EcoDesign e ha sviluppato RM Ingenia Ambition 1.5T, risonanza magnetica dotata di un magnete completamente sigillato, il BlueSeal, che riduce notevolmente la quantità di elio richiesta.

A differenza della tecnologia a magneti convenzionale, che richiede circa 1.500 litri di elio liquido per il raffreddamento durante il funzionamento, BlueSeal utilizza una tecnologia di microraffreddamento altamente efficiente, che richiede solo 7 litri di elio, meno dello 0,5% del volume attuale.

3. Implementare soluzioni digitali intelligenti

Strumenti e software digitali supportano la “dematerializzazione”, consentendo la creazione di risorse virtuali che offrono il massimo valore con il minimo delle risorse.

Queste aprono la strada non solo alla telemedicina – che con l’interazione a distanza tra pazienti e operatori sanitari riduce gli spostamenti e le relative emissioni di CO2 – ma più in generale al passaggio da un modello di strutture cliniche a elevato consumo di risorse a strutture a minor costo, connesse, in grado di offrire a più persone l’accesso alle cure.

Anche il passaggio a soluzioni basate su cloud, servizi e software può contribuire a ridurre le emissioni di CO2, prosegue l’analisi di Philips. Alcuni studi – sostiene l’azienda – hanno dimostrato che quando i clienti utilizzano grandi data center centralizzati basati su cloud anziché un’infrastruttura locale viene consumata l’84% di energia in meno.

4. Ridurre i rifiuti

Le strutture sanitarie generano a livello globale molti rifiuti, si calcola fino a 13 kg per letto al giorno, di cui il 15-25% sono rifiuti pericolosi. I materiali di consumo medici sono utilizzati in quantità enormi e hanno una vita utile breve, rappresentando una delle principali fonti di spreco.

Il programma Philips EcoDesing ha tra i suoi obiettivi anche quello di ridurre rifiuti e promuovere l’uso responsabile delle risorse, oltre a collaborare con i clienti per ottimizzare la durata dei materiali medici di consumo e ridurre al minimo le quantità da smaltire.

Nel 2020 Philips ha raggiunto il traguardo di zero waste per quanto riguarda i rifiuti industriali; nel 2021 88% dei rifiuti derivanti dalle operations è stato recuperato.

5. Coinvolgere la supply-chain

La supply-chain (Scope 3, emissioni indirette derivanti da beni e servizi acquistati) rappresenta il 71% delle emissioni di CO2 all’interno dell’UE. Per decarbonizzare l’assistenza sanitaria è necessario averne una visione olistica della catena del valore, rendendo il procurement un elemento centrale degli sforzi di sostenibilità e incentivando i fornitori a collaborare. Ad esempio, offrendo condizioni di pagamento migliori a coloro che adottano misure concrete e si impegnano a perseguire obiettivi misurabili e basati su evidenze scientifiche.

Nel 2018, Philips è diventata la prima azienda healthtech a far valutare e approvare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 dall’iniziativa Science Based Targets (SBTi). Ha intensificato il programma di sostenibilità dei fornitori in modo che almeno il 50% di questi si impegni a raggiungere obiettivi basati su evidenze scientifiche per la riduzione delle emissioni entro il 2025. Supportando e incentivando i propri fornitori a adottare e raggiungere tali obiettivi, Philips punta a ottenere un impatto 7 volte maggiore rispetto alla semplice riduzione delle emissioni di CO2 delle proprie attività.

Dallo sforzo comune da parte di operatori sanitari, aziende dell’healthtech, governi e tutti gli altri attori coinvolti è possibile mettere in campo strategie, soluzioni e servizi in grado di rendere il settore dell’assistenza sanitaria più resiliente e sostenibile per le generazioni future”, ha concluso Simonelli.

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