Home Tecnologie Cybersecurity Cybersecurity e sanità: la trasformazione digitale è ancora troppo lenta

Cybersecurity e sanità: la trasformazione digitale è ancora troppo lenta

La pandemia ha messo in luce la grande fragilità del perimetro informatico del mondo ospedaliero. In questo settore, i danni economici si sommano a quelli ancor più gravi legati alla salute pubblica. Quali sono le sfide più complesse per la cybersecurity nell’healthcare? A rispondere alle nostre domande è Carlo Mauceli, National Digital Officer di Microsoft Italia.

In seguito allo scoppio della pandemia da Covid-19 in Italia, i criminali informatici hanno sfruttato il caos e l’incertezza del momento per effettuare una serie di attacchi contro individui e aziende con gravi implicazioni in materia di sicurezza e privacy, senza distinzione di mercato. I criminali informatici hanno capitalizzato l’emergenza sanitaria scatenata dal Covid-19 in diversi modi, sfruttando principalmente tre diverse tattiche: attacchi informatici, frodi online e campagne di disinformazione. Il mercato della Sanità è da sempre oggetto dei cyber attacchi in quanto rappresenta una fonte di informazioni enorme, che può essere sfruttata da parte dei gruppi criminali che trovano gioco facile per via di infrastrutture spesso obsolete. Tra le principali cause di questa situazione possiamo annoverare la mancanza di investimenti, una scarsa cultura rivolta alla cybersecurity e lock-in applicativi.

Carlo Mauceli
Carlo Mauceli

I ransomware costituiscono una delle peggiori minacce per tutte le organizzazioni, e a maggior ragione quando si tratta di società e istituzioni sanitarie. A che punto è la trasformazione digitale in quest’ambito, dopo un anno vissuto fra mille incertezze?

Nel corso dell’ultimo anno il settore sanitario ha vissuto importanti esperienze di digitalizzazione, che hanno permesso di garantire la continuità dei servizi anche nei momenti più delicati. Come azienda, durante il periodo più acuto della pandemia, siamo stati al fianco della sanità italiana per aiutarla a reagire all’emergenza. Da questa esperienza sono nati assistenti virtuali a supporto dell’autovalutazione dei sintomi del Coronavirus, tecnologie intelligenti in grado di distinguere, già nelle fasi precocissime della malattia, i soggetti che svilupperanno la forma più grave della patologia, nonché importanti esperienze di telemedicina. Tuttavia, mentre il settore della sanità privata sembra più maturo da un punto di vista tecnologico, la trasformazione digitale della sanità pubblica risulta rallentata. In entrambi i settori, le principali barriere allo sviluppo tecnologico risultano essere le norme esistenti e la burocrazia. Ciò che non manca nello scenario attuale, invece, è la tecnologia, dalla quale la sanità può trarre grandi vantaggi. La strada è ancora lunga e servono investimenti in cultura e formazione per riuscire ad accelerare il processo di digitalizzazione.

Quali soluzioni concrete proponete alle organizzazioni sanitarie per migliorare la cybersecurity, alle prese con problemi critici come shadow IT, perimetro informatico polverizzato e protezioni preesistenti di molti vendor fra loro non sempre compatibili?

Le proposte sono molteplici e hanno i servizi cloud al centro perché il cloud è un motore sociale, economico e tecnologico fondamentale, offrendo funzionalità e servizi innovativi che indirizzano anche, e soprattutto, i requisiti di sicurezza. In particolare, a supporto della trasformazione digitale del settore sanitario, lo scorso anno abbiamo lanciato Microsoft Cloud for Healthcare, l’offerta cloud verticale che fornisce alle realtà del settore funzionalità affidabili e integrate che permettono l’automazione e migliorano l’efficienza dei flussi di lavoro ad alto valore, nonché strumenti per l’analisi avanzata di dati strutturati e non, che consentono alle organizzazioni sanitarie di trasformare gli insight in azioni. Inoltre, con l’obiettivo di rispondere a un contesto in rapida evoluzione, abbiamo recentemente annunciato nuove funzionalità che vanno ad arricchire l’offerta a supporto della salute virtuale, del monitoraggio remoto dei pazienti, del coordinamento delle cure e del self-service dei pazienti. Dal punto di vista della cybersecurity, il cloud permette di ragionare in termini di responsabilità condivisa e aiuta ad accelerare il percorso di digitalizzazione mettendo sempre la cybersecurity al centro del viaggio.

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