La stampa 3D è emersa negli ultimi anni anche nella declinazione bioprinting, ossia come una tecnologia per la creazione di tessuti e per rigenerare lesioni dei tessuti e organi.
La questione sul tavolo rimane sempre aperta: quanto può essere concreto il lavoro svolto dagli scienziati nella creazione di tessuti e organi funzionali che possano essere realmente impiantati negli esseri umani?
Regemat 3D, società di bioprinting con sede a Granada, in Spagna, ha una propria visione.
In Italia Regemat 3D è rappresentata da MP Strumenti società di Pioltello (Milano) distributrice di strumenti e soluzioni innovative per la ricerca e sviluppo dei materiali.
L’azienda spagnola ritiene che sebbene ci sia ancora molto da fare, i vantaggi e il potenziale della tecnologia sono molteplici.
Il fondatore e CEO di Regemat 3D, José Manuel Baena, ha anche fondato Breca Health Care, una delle prime aziende al mondo per impianti stampati in 3D e intravede numerose opportunità nella combinazione di dispositivi medici sintetici personalizzabili in 3D e strutture bioprotette per la rigenerazione in caso di infortunio.
Ha affermato che: “In passato, se si desiderava eseguire una ricostruzione con biomateriali biodegradabili, vi erano restrizioni dovute alle geometrie e alle prestazioni dei dispositivi medicali di dimensioni limitate. Oggi con la stampa 3D è possibile offrire una soluzione personalizzata integrando un dispositivo medico sintetico con uno bioprotetto biodegradabile ed anche con cellule autologhe del paziente per migliorare la rigenerazione. Qualora si potesse creare in laboratorio un tessuto funzionale, l’integrazione con i tessuti circostanti non sarebbe così immediata. Un dispositivo medico sintetico personalizzato aiuterà invece a mantenere la struttura e favorire l’integrazione del tessuto cellulare stampato. Sono molteplici le opportunità e applicazioni di bioprinting a breve termine, anche senza la stampa di cellule vive“.
La piattaforma Regemat 3D per il bioprinting è composta da un hardware, un’unità di controllo elettronica e un software che sono personalizzati per ogni tipo di applicazione, in quanto ogni nuovo biomateriale e tessuto necessita del proprio dispositivo.
Il bioprinting, come la stampa 3D, coinvolge un’ampia sfera tecnologica di conseguenza non è possibile innovare e creare pezzi unici con un solo sistema.
Regemat 3D con sede a Granada, in Spagna, è stata fondata nel 2015 per trasferire tutti risultati del progetto sviluppato dal fondatore Jose Manuel Baena e dal professor Marchal dal 2011 al 2013 e incentrato sulle cellule cartilaginee. Ora l’azienda ha sistemi in più di 20 paesi ed è in costante espansione.
Baena ha detto che “ci concentriamo sulla qualità, non sulla quantità, siamo coinvolti nel progetto di ricerca insieme ai nostri utenti, per noi non si tratta di vendere il maggior numero possibile di stampanti, ma ottenere risultati che ci aiutino a diffondere terapie innovative. Ci sono ancora molti ostacoli da superare nel bioprinting per creare tessuti funzionali, ma i risultati incredibili già ottenuti nel settore con le protesi stampate in 3D con Breca Health Care fa ben pensare che sia solo una questione di tempo e di impegno”.