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Covid-19: sono il tam tam, la stampa 3D e gli uomini a vincere

Quella che vogliamo raccontare è una storia da ascrivere al capitolo Covid-19 che meriterebbe un libro, che forse verrà anche scritto, tanto è il cuore, il senso civile, la speranza, la forza, la resilienza, gli uomini, la conoscenza tecnologica, la stampa 3D, che ci sono dentro.

Una storia delle tante che sono state scritte in questi giorni attorno a quella valvola uscita dal genio altruista di Cristian Fracassi, ceo di Isinnova, che l’ha battezzata con un nome dolce, Charlotte, e che l’ha brevettata, per proteggere il file da malintenzionati a scopo di lucro, mettendola subito a disposizione in modo aperto.

Il file stl già trasvola, valica, naviga per i continenti: lo stanno già usando in Mozambico, a Dubai ed è stato appena spedito in India.

Una storia da raccontare partendo dai numeri e dai nomi.

24 maschere consegnate all’ospedale di Como Valduce. 5 al Santanna. 3 al Civile di Varese grazie alla protezione civile. 2 al Civile di Erba, con l’Ospedale di Gravedona che ha già la porta aperta.

Il nome che c’è dietro a questi numeri è quello di Alberto Canali, amministratore di 3DPWorld, la società comasca distributrice italiana di tecnologia di stampa 3D di matrice polacca (Zortrax) e catalana (BCN3D).

Vista la situazione emergenziale, domenica 22 marzo Canali decide di mettere a disposizione la sua azienda e le sue capacità operative non solamente per produrre le valvole necessarie per trasformare le maschere da snorkeling di Decathlon in respiratori per terapia sub-intensiva, ma per produrre la soluzione completa da fornire agli ospedali del territorio comasco. Perché non c’è tempo da perdere.

Canali scarica il file stl della valvola Charlotte messo a disposizione da Isinnova e si rivolge a Decathlon per farsi fornire le maschere, scontrandosi con l’impossibilità causata dalla chiusura dei negozi. Rimane la possibilità di ordinare online. Consegna a 8 giorni non garantita. Non va bene. Perché non c’è tempo da perdere.

Con l’aiuto dei propri contatti, dei social network e di Radio Ciao Como, lunedì parte una call alla popolazione: “chiunque abbia in casa una maschera da snorkeling della Decathlon e intende privarsene per scopi umanitari, la faccia avere a 3DPWorld, via El Alamein, Como”. Perché non c’è tempo da perdere.

Martedì 24 Marzo Canali viene raggiunto dal 112 che chiede di fermare la call: sono subissati di telefonate di persone che chiedono come fare a consegnare la propria maschera. Decisione: va la Polizia a raccoglierle casa per casa a Como e in tutta la provincia (ma offerte sono arrivate anche da Milano e Pavia).

Si può iniziare a stampare le valvole e montarle, e dopo la prima giornata di lavoro con la stampa 3D, di notte vengono portate le prime dodici maschere al Valduce.

Canali richiama al lavoro i suoi due collaboratori (Carmine e Daniele, tecnici di stampa 3D) che all’inizio della crisi pandemica era stato costretto a mettere in ferie forzate, per aiutarlo a mantenere le macchine, produrre in continuo, montare le maschere.

In linea di produzione ci sono 12 stampanti Zortrax, dieci di proprietà di 3DPworld e due di clienti che avevano spedito le macchine in manutenzione e che le hanno subito messe a disposizione.

Le macchine stampano le valvole Charlotte con materiale Asa Pro di Zortrax, scelto da Canali con l’aiuto di un produttore italiano di filamenti, la TreedFilaments di Seregno. Insieme hanno valutato i materiali a fini medicali, anche l’antibatterico, ma quando si capito che non sarebbe stato antivirale, hanno optato per la situazione più pratica. Il materiale Asa Pro si stampa bene e ha buona resistenza: avanti con quello.

Una valvola Charlotte viene realizzata in 5 ore, poi la si pulisce e si passa al montaggio. Bisogna comunque continuare a stamparle, perché sono valvole mono-paziente. Mentre le maschere possono essere lavate, sanificate e riutilizzate, le valvole non possono passare di paziente in paziente, vanno buttate. Il bene scarso rimane quindi la maschera.

Nella giornata di oggi (26 marzo) la protezione civile ha consegnato ad Alberto Canali 93 maschere.

Mentre stiamo parlando con Canali, in via El Alamein ci sono 32 pezzi finiti e 12 in stampa. Alla mezzanotte vengono fatte ripartire le macchine e la mattina seguente ci saranno 54 valvole, da montare sulle maschere e da consegnare agli ospedali che le stanno aspettando.

Alcuni clienti hanno dato una grossa mano dicendosi pronti a stampare valvole con le loro macchine, alcuni lo hanno fatto e mandate con i corrieri.

Alberto Canali ha anche sentito Sharebot, produttore di stampa 3D del lecchese, altra zona lombarda con molti contagi. Un concorrente storico, che si è messo analogamente in azione: si aiuteranno reciprocamente.

Questi sono i fatti per come li abbiamo raccolti e qui finisce la storia.

Ci concediamo lo spazio per una considerazione. In questa grande catena di solidarietà che si è miracolosamente materializzata sul set della provincia di Como, c’è tutta la grandezza umana, in termini di testa e cuore, capacità di pensare e di agire. Ci sono tante persone di mente aperta e c’è un imprenditore che sta vedendo il suo business dissolversi nell’incertezza del futuro e che mette a disposizione del prossimo quello che ha e sa. Come in un film che avrebbe potuto girare Frank Capra. Ma non è un film.

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