L’industria della sanità sta rapidamente adottando soluzioni di stampa 3D per sfruttare i vantaggi dati dalla flessibilità di progettazione senza pari e dalla produzione a basso costo di protesi, impianti, dispositivi medici e modelli anatomici.
Con l’evoluzione della tecnologia e le questioni normative che diventano più chiare, questo mercato assisterà a cambiamenti che Frost & Sullivan definisce “quantici” in termini di possibilità di servizi sanitari.
Frost & Sullivan prevede infatti che il mercato globale dei materiali di stampa 3D per il settore sanitario raggiunga 568,5 milioni di dollari entro il 2024, con un CAGR impressionante, del 20,3% tra il 2018 e il 2025.
Secondo l’analista, quindi, i produttori di materiali con prodotti qualificati e regolamentati hanno ottime possibilità di riscuotere opportunità di crescita a due cifre.
Come ha affermato Leonidas Dokos, Global Director, Chemicals & Materials in Infrastructure & Mobility, “la crescente penetrazione della tecnologia di stampa 3D tra i settori dei dispositivi medici, dentali e indossabili è destinata ad aumentare la crescita con la produzione di tessuti e organi“.
“I materiali leggeri e resistenti, guidati da titanio, alluminio e plastica – ha spiegato Dokos – testimoniano una forte diffusione nel settore sanitario, dove avere una resistenza elevata ed essere leggeri sono due capisaldi fondamentali“.
Tuttavia, rimarca l’analista, i produttori di materiali devono impegnarsi in attività di ricerca e sviluppo ad alto livello per appianare le inefficienze. Dokos consiglia pertanto ai fornitori di fornire servizi aggiuntivi in quanto i player del mercato non conoscono a fondo il flusso di processo necessario per rispettare le normative della FDA su scala industriale.
Ulteriori opportunità di crescita che i vendor possono sfruttare, sedondo Frost & Sullivan includono la creazione economie di scopo per raggiungere migliori parametri di innovazione e prestazioni per aiutare l’industria della sanità.
Possono anche ridisegnare la supply chain per i prodotti esistenti e sfruttarla per perseguire nuovi modelli di business.
Un altro fronte di sviluppo è la creazione di collaborazioni tra produttori di materiali e produttori di macchinari per sviluppare materiali adatti alle esigenze della stampa 3D in sanità. Le macchine per il bioprinting, infatti, non sono ancora precisre al 100%, il che lascia margini di miglioramento.
Come ha osservato Dokos, “una delle maggiori sfide per i produttori di prodotti medicali stampati in 3D è stata la scarsità di materiali qualificati e conformi adatti a essere utilizzati sul corpo umano. L’aderenza alle rigide normative della FDA relative ai prodotti sanitari stampati in 3D è una delle principali sfide affrontate in tutta la catena del valore. Inoltre, il mercato ha assistito a tassi di adozione lenti a causa della mancanza di comprensione tecnica e chiarezza tra gli utenti finali per quanto riguarda i benefici a medio e lungo termine“.