Home Tecnologie Tecnologie per l'assistenza agli anziani: i pilastri di una buona strategia

Tecnologie per l’assistenza agli anziani: i pilastri di una buona strategia

L’importanza di una visione strategica nella scelta della tecnologia in ambito di assistenza sanitaria. Focus su privacy, attenzione ai bisogni del singolo paziente e trasformazione organizzativa, nell’ambito dell’assistenza personalizzata.

L’autore, Francesco Deventi, è Director of Sales di Ascom UMS

Le case di cura non sono mai state così sotto pressione quanto lo sono oggi. L’invecchiamento della popolazione, la continua crisi del personale e la pandemia hanno creato una tempesta perfetta, in cui esse si trovano a gestire una disponibilità ridotta di risorse, sia in termini economici che di forza lavoro, per soddisfare aspettative che si mantengono ovviamente molto alte, da parte dell’utenza.

Se da una parte le organizzazioni sanitarie risultano essere sempre più inclini ad adottare nuove metodologie e nuovi strumenti da mettere a disposizione delle strutture e del personale, questo non è sufficiente a garantire la fornitura di quell’alto livello di servizio atteso, perché spesso manca, a monte, una visione strategica a lungo termine. Solo una mentalità che punti a coordinare e allineare nel modo più efficace scelte tecnologiche e attenzione alla qualità dell’assistenza può portare valore all’organizzazione, salvaguardando al contempo redditività e profitti.

La tecnologia nel settore è giunta a standard di qualità molto alti e per chi gestisce strutture di assistenza esiste un ampio ventaglio di opzioni tra cui scegliere. La tendenza è sempre più quella di optare per soluzioni di assistenza personalizzata, efficaci nell’aumentare la qualità del servizio ai residenti, e al contempo la libertà di gestione del proprio tempo per il personale.

L’eccellenza delle strutture di assistenza si misura spesso nella capacità di offrire, infatti, esperienze positive – sia a livello di trattamento e cure, che in termini di interazioni tra personale e paziente – e per fornire questo tipo di esperienze è indispensabile da parte degli operatori un’attenta pianificazione delle azioni, da predisporre su misura per ogni paziente/residente.

Dal punto di vista tecnico, personalizzare l’assistenza significa principalmente optare per la dotazione di sistemi automatizzati. Ma occorre che l’attenzione venga posta non solo sulle funzionalità di tali strumenti, bensì anche su come essi siano in grado di allinearsi e adattarsi agli obiettivi di tutela della privacy e salvaguardia della dignità personale degli utenti.

Nell’implementare ogni un nuovo sistema nelle case di cura spesso i produttori incorrono nell’errore di porre l’attenzione sull’applicazione tecnica a discapito di tali aspetti e spesso sono anche gli operatori e gestori delle strutture sanitarie a incorrere in questo errore, trascurando l’importanza di una visione strategica più ampia che permetta di trarre valore aggiunto dall’uso corretto degli strumenti tecnologici.

La mancanza di questo tipo di prospettiva genera in molte organizzazioni l’errore di scegliere di installare sistemi di allarme automatizzati e di attivare tutti i singoli allarmi in modo indiscriminato, con l’obiettivo di escludere ogni rischio.

Nel momento in cui un addetto alle cure entra nella camera dove sono stati attivati tutti gli allarmi però, quello che può succedere è che egli difficilmente riesca a stabilire le priorità per assistere il residente al meglio.

Ecco perché, seppur l’integrazione di sensori sempre più intelligenti all’interno dei sistemi e il monitoraggio predittivo permettano oggi di escludere già a monte la maggior parte dei rischi, è bene orientare la scelta su soluzioni che permettano di fornire realmente un’assistenza di qualità, nel rispetto della privacy e della dignità del singolo paziente.

Non doversi affidare in toto alla tecnologia, peraltro, si rivela strategico se consideriamo l’esigenza di rimanere al passo con i continui aggiornamenti in ambito leggi e regolamenti (pensiamo non solo a quelli inerenti le misure di contenimento della diffusione del Covid 19, ma anche a quelli riguardanti assistenza e coercizione).

Occorre poi valutare come unico il singolo caso. Indipendentemente da quanto un sistema tecnologico sia avanzato, infatti, uno standard definito non può essere in grado di soddisfare completamente le esigenze e i desideri di ogni singolo residente, ecco perché è fondamentale che un sistema sia personalizzabile.

Il mercato è alla ricerca di soluzioni che permettano di trarre dai sistemi il massimo grado di libertà possibile per ciascuno dei residenti, considerandone anche la sicurezza personale. Talvolta è necessario per lo staff di assistenza mettere in atto particolari misure – come ad esempio un allarme “Fuori dal letto” per un paziente ad alto rischio di caduta – mentre ci sono casi in cui, viceversa, osservare le singole situazioni dal punto di vista umano può ridurre al minimo l’esigenza di adozione di tali misure.

Apprendere dall’esperienza e dall’osservazione, imparare ad assegnare le priorità necessarie e personalizzare l’impostazione degli allarmi è la chiave, e ciò è possibile solo se la struttura attribuisce il giusto valore alla privacy e alla libertà del residente.

È importante infatti che gli operatori sanitari imparino ad affidarsi alla tecnologia utilizzandola come supporto nello svolgimento di determinate attività di assistenza.

L’uso di sensori intelligenti associati a un sistema avanzato di chiamata degli infermieri consente al personale di effettuare controlli notturni sui residenti senza ingerire eccessivamente nella loro sfera privata, ecco perché l’evoluzione in ambito di ecosistemi digitali integrati può supportare concretamente l’obiettivo di fornire assistenza incentrata sulla persona.

Anche dal punto di vista del produttore, l’introduzione di una nuova tecnologia in ambito assistenziale deve tener conto di tutti questi aspetti, e l’implementazione deve andare ben oltre la semplice inclusione di gadget tecnici nei processi esistenti.

Ogni nuova soluzione tecnologica ha un impatto tangibile su tutte le attività di assistenza che gli operatori sanitari devono svolgere.

Ecco perché è importante ricordare che l’adozione di tecnologie per l’assistenza personalizzata rappresenta una trasformazione prima di tutto organizzativa, e non un mero cambiamento tecnico. Oggi i sistemi per l’assistenza automatizzata sono diventati parte della visione strategica dell’organizzazione.

Alcuni operatori, come Ascom UMS, seguono questo approccio metodologico e consulenziale, coinvolgendo il personale stesso delle case di cura in fase di implementazione delle nuove soluzioni.

Questo porta un doppio beneficio, tra l’altro, ossia quello di dotare l’organizzazione a cui si rivolgono di competenze che favoriranno internamente l’uso delle nuove tecnologie.

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