Home La scommessa G-Gravity sulla tecnologia allunga la vita

La scommessa G-Gravity sulla tecnologia allunga la vita

Salute e tecnologia sono un binomio ormai consolidato, dove però la strada è solo agli inizi. È importante quindi mettere a punto le attività e il conseguente coordinamento necessario a sviluppare le relative competenze per arrivare a risultati ambiziosi, ma non così lontani come poteva sembrare solo qualche tempo fa. «Il nostro progetto nasce come hub di Innovazione caratterizzato da un approccio ibrido, inteso come sia fisico sia digitale – spiega Roberta Gilardi, CEO di G-Gravity -. In grado cioè di offrire servizi che spaziano dalla strategia allo sviluppo di ecosistemi e il cui obiettivo è portare l’innovazione a un livello più avanzato, promuovendo l’imprenditorialità e la collaborazione in un modello aperto basato su competenze e inclusività».

Messe rapidamente a fuoco le prospettive in ambito healthcare, G-Gravity non ha esitato nel seguire questa strada, affermandosi come una sorta di startup attiva nel settore della medicina digitale, pronta a offrire consulenza a realtà del comparto sanitario a diversi livelli, pubbliche e private.

Tra i tanti rami di applicazione delle tecnologie IT in ambito Sanità, ne è emerso uno meno scontato, ma decisamente importante. «I progressi tecnologici combinati all’allungamento dell’aspettativa di vita, stanno spingendo in maniera esponenziale il settore della Longevity – riprende Gilardi -. In particolare, negli ultimi anni, si è molto investito nella cosiddetta medicina di precisione applicata alla longevità che è in grado di attuare sofisticate tecniche diagnostiche per misurare il livello di invecchiamento dell’individuo ed elaborare terapie specifiche verso i meccanismi fisiologici, intaccati dal processo di invecchiamento, che sono alla base delle patologie croniche».

Le prospettiva rigenerativa

In supporto, interviene anche la medicina rigenerativa, destinata a crescere rapidamente di importanza nel giro di un decennio. Avvalendosi terapie cellulari e staminali e di ingegneria tissutale, potrà innescare meccanismi di riparazione in vivo, potenziando e amplificando i meccanismi autoriparativi del corpo umano. Oltre alla messa a punto, l’impegno G-Gravity va anche in direzione dell’accessibilità, fare cioè in modo da rendere queste opportunità alla portata di chiunque possa verne bisogno, intervenendo quindi su applicabilità e costi.

Per certi versi, i primi passi in questa direzione sono già visibili.  Anche dispositivi all’apparenza semplici come i sempre più diffusi wearable possono garantire un contributo. La possibilità di monitorare le condizioni di salute dell’individuo, permette di intervenire per tempo sulle emergenze dei pazienti non appena si verifichino, ma aumentano anche le probabilità di riconoscere i sintomi di una malattia prima che si trasformi in una patologia vera e propria.

In questa direzione, un contributo importante è offerto anche da una delle tecnologie del momento. «Integrando un’ampia quantità di dati sanitari del soggetto, l’intelligenza artificiale andrà a creare un database personalizzato sulla sua salute e consentirà agli operatori sanitari o ai familiari del paziente non solo di ottenere un monitoraggio da remoto, ma anche di garantire che eventuali emergenze vengano risolte rapidamente».

Lunga vita alla medicina tradizionale

Sarebbe però un errore considerare l’apporto degli attuali dispositivi consumer come alternativa alla medicina tradizionale. Soprattutto nelle situazioni critiche, smartwatch e simili presentano limiti importanti, almeno se si pretende di sfruttarli in sede di diagnosi, o peggio ancora, di auto-diagnosi.

«Il punto credo sia proprio approcciare in modo rinnovato processi e modalità di gestione dei percorsi terapeutici, sfruttando l’innovazione a vantaggio non solo del paziente, ma anche dei caregiver, siano essi familiari o professionali, e del sistema Sanitario in genere. Le tecnologie possono avere un ruolo preponderante proprio per supportare processi di prevenzione, che consentano di rispondere meglio a occorrenze e problematiche di salute, mitigando i rischi correlati a patologie ad esempio croniche».

L’impegno G-Gravity è rivolto per buona parte a soluzioni ancora da perfezionare. Tuttavia, i primi risultati concreti non mancano, in un settore particolarmente delicato a livello sociale, non sempre tenuto nella dovuta considerazione. «Tra gli altri, abbracciamo anche l’ambito caregiver – conclude Roberta Gilardi -. Nello specifico, supportando startup specializzate in servizi di consulenza e sviluppo di strumenti tecnologici che possano aiutare gli anziani a vivere la loro vita senza sostegni o strutture esterne invasive come RSA, assistenti sanitari, badanti ecc.».

 

 

 

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