Per Antonio Spera, Amministratore Delegato di GE Healthcare Italia, “In Italia un gran numero di apparecchiature ha ormai superato i limiti dell’obsolescenza tecnologica e non è più in grado di soddisfare gli standard di utilizzo”.
Lo ha sostenuto intervenendo al workshop “Vetustà ed obsolescenza del parco tecnologico” organizzato dall’Associazione Culturale Giuseppe Dossetti – I Valori Onlus a Villa Brasavola de Massa, a Verona.
Spera ha ricordato i dati forniti da Assobiomedica, per i quali l’età media dei sistemi di diagnostica per immagini è superiore a 7 anni, “con punte addirittura di oltre i 13 anni nel caso di alcune tecnologie. Questa situazione è divenuta ormai insostenibile e riteniamo sia da inserire tra le priorità della nuova legislatura dato che è spesso direttamente correlata anche allo sviluppo di liste d’attesa penalizzanti per i cittadini“.
Antonio Spera
Dal 2 gennaio di quest’anno Antonio Spera è il Presidente e Amministratore Delegato di GE Healthcare Italia. Laureato in ingegneria biomedica al Politecnico di Milano, ha iniziato la sua carriera nel mondo della ricerca presso lo stesso ateneo milanese e l’ospedale San Raffaele, prima di entrare nell’industria dei dispositivi medici specializzandosi nell’area dei servizi di gestione. Ha ricoperto posizioni di responsabilità in diverse aziende fino ad approdare per la prima volta nel 2001 in GE Healthcare e poi farvi ritorno nel 2007, dopo una parentesi di tre anni come Direttore delle Operazioni per l’Europa della multinazionale italiana TBS Group. In GE Healthcare ha rivestito ruoli manageriali fra cui quello di Amministratore delegato della divisione farmaceutica del gruppo con responsabilità per il Sud Europa.
Per Spera “erogare sanità con tecnologia obsoleta è limitante nel risultato clinico, è a volte rischioso per il paziente e per gli stessi operatori sanitari ed è certamente più oneroso in termini di manutenzione e costi di gestione“.
Un’azione radicale di rinnovamento è quindi urgente.
Le proposte indicate da Spera comprendono “compartecipazione di capitali pubblici e privati, ricorso alla leva fiscale, schemi di rottamazione dell’usato, estensione del perimetro del piano nazionale Industria 4.0 allo scopo di consentire l’iper-ammortamento per gli investimenti in Sanità, ma anche il superamento dell’attuale immobilismo dei sistemi di remunerazione delle prestazioni, seguendo una logica di flessibilità e differenziazione“.
Oggi, ha detto l’Amministratore delegato di GE Healthcare, “il peso delle tecnologie nella cura dei pazienti tende a crescere rispetto ad altre voci di spesa e non assecondarlo, governandolo al contempo con modelli di valutazione clinica ed economica, rischia di lasciare il nostro Paese al di fuori della medicina di eccellenza e di penalizzare ulteriormente il nostro sistema sanitario”.