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Facebook aiuta le donazioni di sangue

Facebook punta a far aumentare le donazioni di sangue in India lanciando uno strumento che mette in contatto donatori, pazienti e ospedali. A partire dall’1 ottobre, Giornata nazionale indiana dei donatori di sangue, gli utenti possono registrarsi come donatori sul social network per poi essere avvisati quando c’è necessità di sangue nella loro zona.

Come in molti altri Paesi, anche in India c’è scarsità di sangue sicuro” e per questo “in alcuni casi i pazienti che hanno ricevuto trasfusioni e i loro familiari diventano responsabili di trovare donatori“, scrive Facebook in un post in cui evidenzia che “sono migliaia, ogni settimana, le persone che cercano donatori sul social network“.

Con la nuova funzione le banche del sangue, ospedali e singoli cittadini potranno pubblicare dei “post con tutte le informazioni di cui i donatori hanno bisogno per poter aiutare”.

I donatori che sono nell’area geografica interessata ricevono una notifica e, se vogliono contribuire, possono contattare i richiedenti via WhatsApp, Messenger o tramite una telefonata. L’India ha una carenza di sangue importante con circa il 10% in meno rispetto alla quantità di cui ha bisogno.

Il deficit di donazioni

Più di 38.000 donazioni sono necessarie ogni giorno per affrontare il deficit per le centinaia di milioni di interventi chirurgici più importanti che vengono eseguiti. Anche l’Italia soffre di carenaza di donazioni soprattutto ora che è stata sospesa la raccolta di sangue nel Lazio a causa dei numerosi casi di chickawanga.

Difficile però pensare che una simile iniziativa possa arrivare anche nella Penisola. La regole infatti è che le donazioni siano completamente anonime per cui chi riceve del sangue donato non sa da chi arriva e, allo stesso tempo, chi dona il sangue non sa chi ne sarà il beneficiario. Si tratta di una norma valida a livello europeo e fa riferimento ad una raccomandazione del “Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa“.
In pratica, chi decide di donare il sangue, solitamente non può decidere in modo autonomo a chi donarlo.

La donazione da persona conosciuta è ammessa solo in casi eccezionali come la presenza di gruppi ematici rari, trapianto di rene, carenza piastrinica nei neonati. Poi ci sono le donazioni dedicate provenienti da una persona conosciuta direttamente dal ricevente. La convinzione è che questa persona che conosciamo molto bene può dare più sicurezza rispetto ad un donatore anonimo.

Secondo l’Avis si tratta solo di una convinzione perché in realtà le donazioni di questo tipo, attualmente, non sono considerate totalmente valide e sicure. I dati dicono infatti che si riscontra una positività per l’epatite di tipo B nei donatori dedicati è maggiore rispetto ai donatori periodici.
Nel caso in cui ci sia la necessità di ricorrere a più di un donatore il rischio aumenta.

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