Home Stent biocompatibile stampato in 3D per un bambino

Stent biocompatibile stampato in 3D per un bambino

La lungimiranza e la determinazione di Vanna e Giulio Menco, rispettivamente Ceo e Direttore Tecnico di Prosilas, hanno reso possibile la realizzazione di un dispositivo medico il cui valore intrinseco è molto più alto del costo di realizzazione: uno stent biocompatibile e riassorbibile per un bambino.

Grazie a un dispositivo prodotto con tecnologie di additive manufacturing nell’azienda di Civitanova Marche, infatti, un bambino di cinque anni, affetto da tracheomalacia, potrà avere una vita scandita da respiro autonomo. La tracheobamalacia è una condizione di eccessivo collasso delle vie aeree durante la respirazione che può portare ad arresti cardiopolmonari potenzialmente letali.

Il processo di additive manufacturing attraverso l’utilizzo di tecnologie di stampa 3D, ha reso possibile la realizzazione di uno stent biocompatibile e riassorbibile che è stato impiantato lo scorso 14 ottobre all’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Il dispositivo, a differenza degli stent metallici usualmente impiantati, asseconderà la crescita dell’apparato respiratorio del bambino e verrà riassorbito nel giro di due anni.

A poco meno di un mese di distanza dall’intervento sperimentale, il primo di questo genere in Europa, il bambino è tornato a casa con la sua famiglia ed è ora in grado di respirare normalmente.

L’apparato produttivo di Prosilas conta più di dieci sistemi di manifattura additiva con tecnologie SLS (Selective Laser Sintering) e SLA (Stereolitografia).

All’interno della struttura ci sono un reparto di progettazione e ottimizzazione pre-processo, un’area dedicata ai trattamenti post-processo (estetici e funzionali), una stazione metrologica per il controllo qualità e un’area dedicata alla ricerca e sviluppo grazie alla quale, attraverso una fase di test e sperimentazione durata circa due anni, è stato possibile produrre la parte richiesta.

La nuova combinazione di materiali utilizzata per lo stent è composta da idrossiapatite e policaprolattone (PCL), un poliestere biocompatibile e bioriassorbibile che rimane in vivo per 2-3 anni prima del riassorbimento.

Come ricorda spiega Vanna Menco, “nel 2017 ricevemmo la prima richiesta di realizzazione di uno stent in policaprolattone da parte di un ricercatore del Bambino Gesù di Roma. Fino a quel momento non avevamo mai sentito parlare di Policaprolattone. Credendo nel progetto, decidemmo di investire in ricerca e sviluppo lavorando sulle proprietà del materiale ed acquistando un nuovo macchinario interamente dedicato al progetto”.

Dall’idea al dispositivo in sei mesi

La realizzazione dello stent è stato il risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto diversi attori nel processo di manifattura additiva.

Le geometrie sono state realizzate partendo dalle immagini bidimensionali (TAC) realizzate nel Dipartimento di Diagnostica per Immagini dal dott. Aurelio Secinaro e poi rielaborate dal dott. Luca Borro dell’Unità di Innovazione e Percorsi Clinici.

La produzione è stata affidata a Prosilas che, grazie a pregressi studi di ricerca e sviluppo su tecnologie di additive manufacturing e biomateriali, è stata in grado di realizzare lo stent.

I test di resistenza meccanica sono stati eseguiti grazie alla collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

L’intervento è stato eseguito il 14 ottobre 2019 dal dott. Adriano Carotti, responsabile dell’Unità di Funzione di Cardiochirurgia Complessa con Tecniche Innovative, in collaborazione con i chirurghi delle vie aeree del Laryngo-Tracheal Team, diretto dal dott. Sergio Bottero.

Prosilas dalla stampa 3D alla 4D

La realizzazione dello stent con tecnologie di manifattura additiva è un chiaro esempio dell’evoluzione stessa delle tecnologie di stampa 3D tradizionali nella cosiddetta stampa 4D o bioprinting.

Alle tre dimensioni infatti si aggiunge una quarta dimensione a rappresentare la trasformazione nel tempo dei materiali.

Un’evoluzione tanto avvincente quanto complessa che non può che rappresentare un passaggio fisiologico di chi ha creduto ed operato nel settore dell’additive manufacturing fin dagli albori.

L’esperienza e la determinazione di Vanna e Giulio Menco e di tutto lo staff di Prosilas, sono stati fondamentali per la buona riuscita del progetto che proietta l’Italia tra i leader mondiali del settore.

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