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Il defibrillatore viaggia a bordo di un drone

I casi di arresto cardiaco che avvengono al di fuori degli ospedali non sono frequenti ma hanno una probabilità di sopravvivenza bassa, che può essere aumentata essenzialmente solo intervenendo in tempi molto brevi con un defibrillatore.

Questo può essere relativamente semplice nei grandi centri urbani o se ci si trova vicino ad ospedali, ma nelle zone che non sono ben coperte dai servizi medici di emergenza. Si è spesso ipotizzato che l’uso di droni possa aiutare anche in casi come questi, ora una ricerca svedese ha cercato di valutare nella pratica il loro contributo.

Lo studio è stato pubblicato sul Journal of American Medical Association ed è stato condotto da alcuni ricercatori svedesi in una zona a nord di Stoccolma, scelta perché non ben dotata di servizi medici di emergenza ma affollata durante il periodo delle vacanze.

Si è trattato della simulazione di vari interventi di emergenza in cui un defibrillatore è stato trasportato da una centrale dei pompieri verso vari luoghi, nel raggio di una decina di chilometri, in cui negli ultimi due anni si sono effettivamente verificati casi di arresto cardiaco.

A trasportare il defibrillatore è stato un drone in grado di raggiungere i 75 chilometri orari di velocità in volo, in parte controllato da un operatore ma anche in grado di raggiungere autonomamente il luogo dell’emergenza basandosi sulle sue coordinate e sulla navigazione via GPS.

Il test ha compreso diciotto simulazioni di intervento, in cui il tempo di arrivo del drone è stato confrontato con quello registrato dall’ambulanza in occasione delle vere emergenze.

Nel complesso i risultati dei test sono stati molto interessanti. Il tempo medio intercorso la tra chiamata di emergenza e il decollo del drone è stato di tre secondi rispetto ai tre minuti richiesti dalla preparazione di un ambulanza. Il lasso di tempo medio necessario a raggiungere il luogo dell’emergenza è stato di circa cinque minuti (i tempi effettivi sono andati da poco più di un minuto a quasi 12) rispetto alla media di 22 (da circa 5 minuti a 38) delle ambulanze.

I ricercatori sottolineano che un margine di ben 16 minuti circa è notevole in questi casi di emergenza e può fare la differenza tra un intervento riuscito e uno no. Sottolineano però anche che le cose sono più complesse di quanto non mostri il test. Innanzitutto senza personale medico sul luogo dell’emergenza il defibrillatore deve essere usato da una persona non preparata, e non è detto che questo sia possibile.

I buoni tempi dei percorsi del drone sono poi tutti da verificare nella realtà, dato che i test sono stati condotti in un periodo di tempo molto limitato (72 ore) e con condizioni meteo ottimali. Come in molte altre possibili applicazioni dei droni, inoltre, anche questa richiederebbe l’autorizzazione esplicita degli enti di volo locali.

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