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Metadati, chiave strategica per la digitalizzazione nella sanità

Per capire la funzione dei metadati basta riconoscere che l’80% delle informazioni sanitarie è attualmente contenuto in documenti difficilmente rintracciabili e non sufficientemente strutturati.

In un’ottica di efficienza nonché di reperibilità e analisi delle informazioni cliniche rilevanti, il passaggio dalla digitalizzazione dei dati clinici alla loro reperibilità non è più procrastinabile nel processo di innovazione delle organizzazioni sanitarie.

Tuttavia, dal punto di vista del sistema di archiviazione dei dati e della loro ricercabilità, quello a cui ogni organizzazione sanitaria si trova davanti è un cambio di paradigma organizzativo e operativo di non facile gestione e superamento.

Maurizio Pontremoli, Business development soluzioni Data Driven Decision di Artexe

La semplice dematerializzazione dei documenti clinici non è quindi sufficiente all’estrazione di informazioni rilevanti, catalogate e discriminate tra loro in base alle necessità di identificazione ed estrazione dei dati da parte dei medici e dei direttori sanitari.

È pur vero che la spinta alla digitalizzazione dei documenti in sanità ha portato finalmente alla disponibilità di molta documentazione clinica contenuta negli archivi informatici (basti pensare a prescrizioni, referti, schede di dimissione ospedaliera, cartella clinica e così via, che costituiscono documenti preziosi per diverse esigenze mediche). Questo però non è sufficiente a fare di tale mole di dati un archivio di informazioni utili all’attività clinica dal punto di vista statistico.

La difficoltà nel trattare questo problema – spiega Maurizio Pontremoli, business development soluzioni Data Driven Decision, di Artexesta soprattutto nell’inglobare dati e testi in gabbie di senso e di significato compiuti. Solo così è possibile creare aggregazioni e relazioni in modo che siano abilitati processi decisionali o che si possa avere un supporto in certi processi operativi. Le logiche di ingabbiamento dei dati e la creazione di metadati possano dare un senso alle porzioni di testo che sono presenti nei documenti. Questo fenomeno può essere chiamato metadatazione”.

Secondo Pontremoli, i fenomeni a favore della metadatazione riguardano l’efficacia dei processi, il supporto alle decisioni cliniche e alle esigenze della ricerca scientifica, che è sempre affamata di dati strutturati di tipo clinico.

Un referto digitalizzato letto con gli occhi dei metadati – continua Pontremoli – offre potenzialità sia in termini di aggregazione sia di relazione tra i dati stessi. Ciò può portare alla creazione di un clinical wareouse che prenda queste informazioni e che le metta a disposizione di strumenti di trattamento dati più tradizionali, come la business Intelligence o il data warehouse”.

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