Home Applicazioni Telemedicina Consulto medico tramite chatbot in crescita nei prossimi cinque anni

Consulto medico tramite chatbot in crescita nei prossimi cinque anni

Oltre che nel mondo dell’assistenza generica, i chatbot possono trovare nel settore della sanità un terreno fertile, trasformandosi in spinta anche per diverse tecnologie collegate.

Questa almeno la principale considerazione emergente dalla ricerca condotta da Bharat Book Bureau.

Entro il 2025 infatti, il mondo degli assistenti virtuali nella telemedicina raggiungerà su scala mondiale un valore di 1,7 miliardi di dollari, frutto di una crescita annua del 24,7%. Si parla prima di tutto proprio di chatbot e smart speaker, ma anche delle relative soluzioni, comprendenti riconoscimento vocale e interfacce vocali.

Secondo la società di ricerche indiana, a favorire la tendenza è una particolare combinazione di fattori, con una marcata propensione allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Prima di tutto, la diffusione dell’IoT accompagnata a una maggiore disponibilità e diffusione della connettività. Inoltre, un ulteriore allargamento nell’utenza di smartphone, prontamente sfruttata con un coinvolgimento diretto del paziente nelle procedure sanitarie.

Pro e contro del consulto virtuale

Due le modalità di fruizione del servizio chatbot. La più sfruttata, anche per le preferenze indicate finora dagli utenti finali, i pazienti, sarà quella on premise. Vale a dire, software a pagamento dedicato, installato su PC, tablet e smartphone.

Con quattro finalità principali: verifica di sintomi, assistenza medica a distanza, interventi di supporto per chiarire dubbi su cure già in atto e la prenotazione di visite specialistiche. La prima in particolare, sarà l’attività più richiesta, con un tasso di crescita annuale fino al 2025 del 22,2%. Solo come alternativa, sarà invece per il momento valutata l’opzione cloud.

Più in generale, come utilizzo tipo si confermerà la parte di servizio rivolta al paziente finale con una cura già in corso, con una crescita del 23%. Più dei nuovi utenti per singoli interventi o per i nuovi fornitori di servizi di assistenza via chatbot.

Una soluzione rivolta anche a contrastare la carenza di personale specializzato, al quale si contrappone un aumento nelle malattie legati a stili di vita poco corretti dal punto di vista sanitario. A contorno di tutto, la sempre valida esigenza di ridurre i costi dell’assistenza.

D’altra parte, non mancano alcuni freni allo sviluppo del mercato. Prima di tutto, una diffusa carenza di consapevolezza sulle potenzialità degli strumenti da parte degli operatori sanitari, ai quali si affiancano i problemi legati alla privacy e relative normative, oltre agli aspetti legati alla sicurezza dei dati trattati.

Il futuro è chatbot

Già nel 2018 Bharat Book Bureau vede comunque un affermarsi dei chatbot nel mondo delle medicina, grazie agli importanti avanzamenti nella tecnologia di interfaccia arrivata ormai come livello di espressione al linguaggio naturale e ai retrostanti sistemi di machine learning.

Anche sul lato utente, aumentano le reazioni positive, trovando risposta alla maggiore domanda di assistenza self service, per i minori tempi ma soprattutto i minori costi. Una combinazione capace anche di allargare la disponibilità degli specialisti in ogni settore.

Sempre nel corso dell’anno, il mercato delle tecnologie di riconoscimento vocale destinato agli assistenti vocali conquisterà il centro dell’attenzione. Miglioramento dei processi in generale, minore impiego di carta e abbattimento dei tempi guideranno la crescita.

Sul fronte geografico, un settore guidato dal Nord America, dove nel corso del 2018 é prevista la quota più consistente nelle vendite di assistenti virtuali sanitari.

Qua infatti, Bharat vede i maggiori investimenti in tecnologia sanitaria, una maggiore propensione all’utilizzo dei social network anche per questo tipo di applicazioni e una maggiore diffusione delle app. A

lle spalle, l’Europa si rivela più sollecita dell’Estremo Oriente. Interessante infine, il potenziale margine di riduzione dei costi di accesso alla tecnologia dovuto alla concorrenza tra i produttori di chatbot.

 

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