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Protesi stampate in 3D per la Siria

Un laboratorio per la stampa 3D di arti artificiali destinati ai mutilati di guerra verrà donato da Wasp e impiantato in Siria.

Il progetto è nato dall’idea di Jean Bassmaji, medico di origine siriana e residente da anni a Reggio Emilia, e Massimo Moretti, fondatore e Ceo di Wasp, azienda di Massa Lombarda.

Il laboratorio verrà donato da Wasp e installato a Damasco presso la facoltà di Bioingegneria medica dell’Università siriana, che ha approvato il progetto lo scorso dicembre.

Nel caso della Siria – ha spiegato Moretti – inizieremo fornendo due stampanti 3D in grado di ricostruire braccia, dita e gambe”.

All’iniziativa collabora attivamente Arche 3D, start-up di progettazione, stampa e modellazione 3D di Mantova.

L’associazione Amar Costruire Solidarietà, guidata da Jean Bassmaji, sta raccogliendo fondi e si sta occupando delle delicate questioni organizzative per il trasporto in Siria delle macchine.

Nel frattempo il professor Firas Al Hinnawi, docente nella facoltà di Ingegneria meccanica ed elettrica dell’Università di Damasco, ha completato nella sede operativa di Wasp un corso di formazione tecnica.

Una volta ritornato a Damasco, si occuperà di trasmettere le conoscenze apprese ai laureandi del corso di Ingegneria. Quando il laboratorio sarà insediato, gli arti artificiali verranno stampati e distribuiti gratuitamente, senza distinzioni di sesso, età, religione o etnia a chi ne avrà bisogno.

“Con l’università di Damasco, Wasp e Amar – ha spiegato Firas Al Hinnawi – stiamo lavorando su tre aree. Partiamo dalle dita artificiali su cui abbiamo già fatto parecchio lavoro. Poi passeremo alle mani e all’avambraccio. Infine ci concentreremo sugli arti inferiori”.

Il nostro obiettivo – ha aggiunto il Ceo di Wasp – è sviluppare processi, macchine e materiali per fare un servizio di alta qualità anche in aree del mondo in via di sviluppo. In Siria metteremo in pratica un’esperienza avanzata di connessione del sapere medico del nostro territorio ai bisogni di un territorio devastato dalla guerra”.

 

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